Maurizio Calorio era ricoverato in condizioni gravissime all’ospedale Le Molinette di Torino, così ha chiesto alla sua compagna di sposarlo.
Silvia Duca ha accettato, senza esitazione, di ‘dire sì’ al compagno di una vita, che l’ha resa madre di una bimba appena due mesi fa.
Poco dopo il matrimonio, celebrato nel reparto di Terapia Intensiva dell’ospedale piemontese, è arrivata la chiamata tanto attesa: un cuore nuovo per Maurizio, che era in attesa del trapianto.
Un infarto lo aveva ridotto in fin di vita, così ha chiesto alla sua compagna di sposarlo. Silvia Duca ha rinunciato all’abito bianco, per pronunciare quel sì tanto atteso e che sembrava ormai così lontano.
Maurizio Calorio e la compagna si sono sposati nel reparto di Terapia Intensiva dell’ospedale Le Molinette di Torino.
Nessun fiore, ma un bouquet per la neo sposa composto di tappini di provette del sangue per Silvia, che ha detto sì in camice azzurro.
Accanto ai neo sposi, la foto della piccola Sofia, nata dalla loro unione, appena due mesi fa.
Maurizio si era ormai rassegnato a un destino crudele, che sembrava aver messo la parola fine alla sua vita.
“Le nostre nozze erano previste per settembre, ma non sapevamo se saremmo arrivati a quel giorno”
ha raccontato Silvia, visibilmente commossa.
Dopo il matrimonio, è arrivata una chiamata che sembrava quasi un sogno irrealizzabile: per Maurizio si era reso disponibile un cuore nuovo.
Così il 47enne è stato operato la notte stessa ed ha iniziato la seconda fase della sua vita. L’operazione si è rivelata l’unica via possibile per dare a Maurizio una speranza di vita.
L’equipe dell’ospedale Le Molinette ha ricevuto il cuore nuovo da Napoli. A condurre l’operazione, durata ben 7 ore, è stato il dottor Massimo Boffini.
Nel 2019, sono stati eseguiti 246 interventi di trapianto di cuore nel nostro Paese. Un trend in crescita nell’ultima decade, con un incremento del 5,6% rispetto all’anno precedente.
La maggior parte dei pazienti trapiantati ha un’età compresa tra i 41 e i 60 anni.
Per quanto concerne i decessi, il rischio durante l’operazione è inferiore al 3%, mentre sono il 10% entro i primi tre mesi e dopo il primo anno sopravvive circa l’85% dei pazienti.
Dopo 5 anni sopravvive all’incirca il 70% dei pazienti trapiantati, dopo 10 anni la percentuale di sopravvivenza scende al 60%.
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