Tre sono le volte che la donna, dopo essersi recata al pronto soccorso, è stata rimandata a casa con un solo medicinale, il paracetamolo. Quel dolore lancinante però era provocato da ben altro, da un terribile tumore al cervello che le ha portato via la vita in pochi mesi.
È questa la terribile sorte toccata ad Alessandra Taddei. Dopo alcuni giorni dalla sua scomparsa, il marito ha deciso di rompere il silenzio e di raccontare il difficile calvario che ha dovuto vivere la donna durante i suoi ultimi mesi di vita.
Alessandra Taddei ha chiuso per sempre gli occhi lo scorso 20 agosto. La sua vita è stata strappata via a causa di un tumore da cui non è riuscita a guarire in nessun modo.
Una triste perdita che attualmente stanno piangendo il marito Francesco Costa e i figli. È stato proprio l’uomo a voler condividere ciò che è accaduto alla moglie, un terribile calvario avuto origine prima che la donna scoprisse di essere gravemente malata.
All’inizio infatti Alessandra si era rivolta al pronto soccorso del Dea di Verbania in quanto soffriva di emicranie fortissime. Si trattava di sintomi presi sotto gamba ma che, come si è scoperto in seguito, altro non erano che dei campanelli d’allarme che stavano ad indicare proprio la presenza di un tumore.
Infatti, dopo la prima visita al pronto soccorso, i medici le diedero del semplice paracetamolo. Dopo 30 giorni e un viaggio in Lombardia, finalmente sono riusciti a scoprire le cause di quella terribile emicrania.
Una diagnosi molto difficili da accettare soprattutto se si pensa al fatto che non sono riusciti a curare questo male in nessun modo. Il professor Costa ha voluto gridare a gran voce tutto il dolore provato a causa della perdita della moglie.
Egli infatti è consapevole che la donna non sarebbe sopravvissuta a questa situazione anche se, con le cure giuste, avrebbe potuto soffrire molto di meno.
Alessandra Taddei, un’insegnante di 54 anni, si reca il 13 settembre la prima volta al pronto soccorso. Il motivo che l’ha spinta a recarsi lì è stato proprio quel terribile mal di testa che non voleva passare in nessun modo.
Il marito racconta che alle 3:07 si recarono nella struttura sanitaria per essere poi dimessi alle 4:44. I medici prescrissero alla donna alcune gocce di paracetamolo.
Non fu questo però l’unico episodio della vicenda.
Il pomeriggio del giorno successivo a causa degli stessi sintomi, la coppia decise addirittura di chiamare un’ambulanza perchè il dolore era diventato insopportabile mentre, il 21 settembre, si recarono ancora una volta in ospedale.
Dopo due ore di attesa al pronto soccorso, Alessandra Taddei fu dimessa con la stessa diagnosi “crisi cefalgica in pazienti affetta da emicrania”.
Dopo aver ricevuto questa diagnosi per tre volte consecutive, il marito era deciso ad andare fino in fondo e a scoprire la causa di questo mal di testa.
Ed è proprio per questo motivo che il 25 settembre prenotarono una risonanza magnetica, sotto consiglio di un neurologo.
In ogni caso il marito ha deciso di rivolgersi anche ai carabinieri di fronte ai quali ha raccontato tutta la sua storia senza riuscire a trattenere le lacrime.
Infatti, il signor Costa stava cercando in ogni modo di parlare con un dottore, nel momento in cui questa richiesta non fu esaudita, fu costretto a rivolgersi nuovamente alle forze dell’ordine.
Decise comunque di prendere in mano la situazione e di trasferire la moglie presso il San Raffaele di Milano luogo in cui è entrata in codice arancione.
Dopo 5 ore dall’arrivo ricevettero la terribile diagnosi. Il medico spiega all’uomo di aver trovato una massa molto grande nel cranio che andava a premere proprio contro il cervello.
E’ stato quello il momento in cui ha scoperto che la moglie aveva un tumore. Durante i giorni successivi la donna è andata sotto i ferri e si è sottoposta a numerose radioterapie anche se quel tumore rimosso in sala operatorio era tornato ancora una volta.
Alessandro Taddei è riuscita a tener duro per circa un anno, perdendo questa terribile battaglia lo scorso 20 agosto.
Una situazione tragica in cui il marito si chiede una sola cosa: per quale motivo i medici del pronto soccorso, vedendo una situazione del genere, non hanno chiesto un consulto neurologico?
Molto probabilmente la donna sarebbe ugualmente morta anche se avrebbe potuto vivere senza dolore quei giorni che hanno preceduto il viaggio in Lombardia.
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