La 29enne di origini milanesi, ma da tempo residente a Pontecagnano Faiano, Salerno, sarebbe stata uccisa dopo anni di torture e vessazioni.
Per la sua morte ieri sono state arrestate tre persone, tra cui un ragazzo di 15 anni. È proprio grazie alla confessione di quest’ultimo – rilasciata durante una videochiamata alla sorella – che i Carabinieri sarebbero riusciti a risalire ai presunti artefici dell’orrore inflitto alla 29enne. Marzia Capezzuti era affetta da un ritardo mentale di media entità e percepiva una pensione di invalidità, che intascavano mensilmente i suoi aguzzini. Gli arrestati sono una donna, sorella del fidanzato di Marzia, morto per overdose alcuni anni fa, il marito della donna e il figlio adolescente della coppia.
Il 25 ottobre dello scorso anno, i resti della ragazza sono stati rinvenuti in un casolare abbandonato nel salernitano. Poche ore fa la svolta nelle indagini, con l’arresto dei tre indagati.
Un’odissea durata diversi anni, fino a quando i suoi aguzzini non hanno deciso di ucciderla, dandola forse in pasto ai maiali, o forse gettandole dell’acido addosso. Quello che restava di Marzia Capezzuti in un casolare abbandonato di Montecorvino Pugliano, nel Salernitano, racconta l’orrore vissuto da una ragazza di 29 anni, affetta da un ritardo mentale di media entità.
Marzia era originaria di Milano, ma viveva da tempo a Pontecagnano Faiano, Salerno, dove aveva seguito il fidanzato, morto per overdose qualche anno fa. Da allora la vita di Marzia era rimasta nelle mani di tre aguzzini: la sorella del fidanzato deceduto, del marito della donna e del figlio adolescente della coppia.
I tre l’avrebbero vessata e torturata per anni, fino a quando non avrebbero deciso di farla finita. I suoi aguzzini l’avrebbero marchiata a fuoco, costringendola addirittura a ingoiare una sigaretta accesa. I tre avrebbero anche intascato la pensione che Marzia percepiva per il suo ritardo mentale. A chi gli chiedeva che fine avesse fatto la ragazza, la versione era sempre la stessa: Marzia era andata via con un uomo, mentre – in realtà – era intrappolata tra le mura di quella casa che era diventata la sua prigione.
Nelle scorse ore i tre presunti killer di Marzia Capezzuti sono stati arrestati. Come riferisce Fanpage, la vicenda sarebbe stata ricostruita grazie a una chiamata sui social tra il 15enne arrestato e la sorella. Nonostante l’assenza di audio, gli inquirenti sono riusciti a ricostruire il dialogo tra l’adolescente e la ragazza. Il 15enne ammetterebbe che Marzia è sta uccisa. L’avrebbero “portata a fare un giro”, poi l’avrebbero “affogata”, quindi strangolata, e l’avrebbero “tirata” (e in questo frangente fa un gesto come a disegnare nell’aria un gancio).
Il corpo sarebbe stato poi dato in pasto ai maiali o forse cosparso con dell’acido. Grazie a questa videochiamata tra l’adolescente e la sorella, i resti della giovane milanese sono stati rinvenuti in un casolare abbandonato a Montecorvino Pugliano nell’ottobre dello scorso anno.
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