La lista dei paradisi fiscali si allarga sempre di più.
L’Unione Europea ha inserito all’interno di questa lista tanto temuta anche la Russia.
L’elenco delle giurisdizioni non cooperative a fini fiscali, nota come black list, si allarga sempre di più.
Sono state aggiunte altri luoghi dall’Ecofin, ovvero le Isole Vergini britanniche, Costa Rica, Isole Marshall e Russia. Ora l’elenco conta un totale di 16 giurisdizioni.
Precedentemente la black list era composta da Samoa americane, Anguilla, Bahamas, Figi, Guam, Palau, Panama, Samoa, Trinidad e Tobago, Isole Turks e Caicos, Isole Vergini americane e Vanuatu.
Nonostante ci siano state delle aggiunte, ci sono dei paesi che sembrano aver rispettato i patti e a breve potrebbero essere rimosse.
Stiamo parlando di Barbados, Giamaica, Macedonia del Nord e Uruguay, i quali hanno rispettato i parametri imposti dall’Unione Europea e di conseguenza sembrano essersi messi in regola per quanto riguarda le questioni fiscali.
Malesia e Hong Kong hanno ricevuto una proroga, ragion per cui hanno più tempo per poter completare totalmente la riforma dei propri regimi, ovviamente in riferimento all’esenzione dal reddito di fonte estera per quanto riguarda le plusvalenze.
Anche il Qatar ha avuto la possibilità di ottenere una proroga dato che, avendo dovuto affrontare vincoli di riforma costituzionale per completare la sua riforma, non è riuscito a portare tutto a termine nei tempi previsti precedentemente.
Trai tanti stati che si sono pronunciati al riguardo della proroga, anche l’Italia si è detta a favore della situazione.
Si è discusso a lungo del caso Qatar, in particolar modo a parlarne è stato Ecofin.
Le motivazioni sono svariate, tra quelle principali troviamo sicuramente il fatto che da un lato il Qatargate era totalmente evidente, ma dall’altro non sono state sottolineate, in modo molto sensibili, le relazioni tra l’Unione europea e il Qatar proprio perché si tratta di uno Stato fornitore alternativo alla Russia.
Tornando a parlare del Qatargate, ancora ad oggi sorgono tantissimi dubbi. Il caso ha fatto molto discutere difatti sulle testate giornalistiche si leggeva:
“Siamo dinanzi a un caso di ordinaria disonestà, accoppiata a invereconda doppiezza morale, e non possiamo neanche dire che, per garantismo giuridico, siamo pronti a frenare lo sdegno, in attesa che i magistrati si pronuncino definitivamente; quando nelle case degli indiziati o di loro parenti stretti si trovano pacchi di carta moneta per centinaia di migliaia di euro, non c’è alcuna giustificazione ragionevole.”
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