Una tragedia ha sconvolto oggi la Val Trebbia, dove nell’omonimo fiume sono morte due persone, padre e figlio.
Stando alle prime ricostruzioni, sembra che il ragazzo 26enne si sia tuffato senza più riemergere e così il padre, preoccupato, si è gettato in acqua anche lui per prestargli soccorso ma purtroppo ha fatto la stessa fine. I due, originari dello Sri Lanka, sono morti in una giornata in cui semplicemente cercavano refrigerio dall’afa. I soccorritori giunti immediatamente sul posto, non hanno potuto fare nulla per loro e ci sono volute ore di ricerca per recuperare le salme, dando conferma ai sospetti sulla duplice morte. Sul luogo stanno lavorando ora i carabinieri locali per ricostruire la dinamica dell’incidente che ha lasciato tutti esterrefatti e scioccati, non solo la comunità di Donceto di Travio che è la frazione piacentina dove è avvenuto il fatto ma anche i presenti sulla spiaggetta di Rondanera, che in queste ore stanno parlando con gli inquirenti per fornire la loro versione dei fatti.
Caratterizzata dalla presenza del fiume Trebbia, affluente di destra del Po, la val Trebbia è una valle dell’Appennino ligure. Il corso d’acqua nasce ai piedi del monte Prelà a Genova e poi attraversa Pavia e per un breve tratto Piacenza. Proprio da Piacenza arriva la storia che riportiamo oggi, una tragedia che ha scosso la comunità della frazione di Donceto di Travio. Qui sorge una spiaggetta graziosa, quella di Rondanera dove le persone vengono a trovare refrigerio della calura approfittando delle cristalline acque del Trebbia.
La zona si trova nei pressi del ponte che dalla Statale 45 porta verso Pietra Parcellara.
Un luogo molto rilassante, adatto a tutti, ma che oggi è stato teatro di una doppia morte, quella di due persone originarie dello Sri Lanka. Un uomo di 59 anni ha visto il figlio tuffarsi in acqua per fare un bagno ma non è più riemerso, così ha pensato che fosse in difficoltà e non ha esitato un attimo: subito si è tuffato per aiutarlo.
Da quelle acque però non è più riemerso e nemmeno il ragazzo 26enne, così i presenti che hanno assistito alla scena hanno subito chiamato i soccorsi. Entrambi erano stati inghiottiti dalle acque e nonostante le ricerche siano iniziate in maniera immediata, l’epilogo è stato tragico. Entrambi sono stati recuperati morti alcune ore dopo e le salme sono state trasportate prima a riva con il gommone e poi in obitorio a bordo dei mezzi di soccorso.
Le chiamate ai soccorritori del 118 sono state diverse perché essendo un bel sabato soleggiato, in tanti avevano scelto quel piccolo angolo rilassante per trascorrere una bella giornata. Sul posto sono arrivate un auto infermieristica, un’ambulanza, i Vigili del fuoco di Bobbio e un elisoccorso con a bordo dei sommozzatori.
Dopo ore di ricerca in cui dei due non c’era traccia, l’esito peggiore: i sommozzatori li hanno trovati senza vita e non c’è stato nulla da fare per loro perché per troppo tempo erano rimasti senza respirare.
La notizia è stata riportata in prima battuta dal Corriere di Bologna e poi dalle altre testate. In quella locale sono stati resi noti diversi dettagli, infatti sappiamo che pochi minuti dopo le squadre di soccorso, sul posto è arrivato anche il luogotenente Roberto Guasco, a comando della stazione dei carabinieri di Rivergaro, per coordinare le indagini.
Il primo passo sarà capire cosa è avvenuto e per farlo saranno importanti le testimonianze di chi si trovava sulla spiaggia, dove al momento sono in corso i rilievi e l’area è stata temporaneamente chiusa per allontanare i curiosi.
Le due vittime di oggi si aggiungono a una triste lista di persone che sono morte in incidenti analoghi nelle acque dello stesso fiume, dal 2013 ad oggi.
In tutto sono 18 le persone morte in questo lasso di tempo. L’ultimo incidente è avvenuto recentemente, era infatti l’8 giugno scorso quando un ragazzo africano di 13 anni, di nome Seye, si è tuffato in acqua dal Ponte Palladini ed è morto annegato.
Anche in questo caso le squadre di soccorso vennero allertate subito, da alcuni amici che non lo vedevano più riemergere. Nonostante il notevole dispiegamento di forze e la rapidità degli interventi, anche in quel caso non c’è stato nulla da fare e dopo un’ora, il ragazzo è stato estratto senza vita dall’acqua.
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