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Tragedia di Casteldaccia, morte due intere famiglie: “Ho visto i miei figli morire”

Una vera e propria tragedia del maltempo quella che si è verificata la sera di sabato 3 novembre a Casteldaccia, cittadina metropolitana di Palermo dove un’intera famiglia è morta tra le mura di casa, travolta da un fiume di fango a causa delle forti piogge. “Ho visto i miei figli morire, nessuno ci aveva avvisato”, racconta ora Giuseppe Giordano, uno dei sopravvissuti. C’era anche tutta la sua famiglia nella villetta abusiva costruita vicino al fiume Milicia in campagna quella sera. Giuseppe ha visto il suo primogenito Federico, 15 anni, morire nel tentativo di salvare la sorellina Rachele, 1 anno, morta anche lei. Neppure la moglie Stefania ce l’ha fatta, così come la sorella Monia, il fratello Marco e i nipoti, compresi l’altro piccolino di famiglia di soli 3 anni. Solo l’altra figlia Asia, 12 anni, si è salvata: quando è arrivato il fango era a comprare dei dolci con lo zio e la cugina.

Giuseppe non si dà pace: ci vogliono almeno due persone per sorreggerlo davanti all’obitorio di Palermo dove ha dovuto espletare le formalità, riconoscendo i corpi dei suoi cari.

Quella che doveva essere una serata allegra in famiglia si è trasformata in una tragedia immane. Nella villetta di Casteldaccia si erano riuniti lui, la sorella e il fratello con i rispettivi figli e coniugi: nove di loro, compresa la piccola Rachele di un anno, sono morti travolti dal fango del fiume Milicia, esondato per le forti piogge.

La casa, dice oggi il Comune, era abusiva ed era stato emesso anche un avviso di demolizione. “Ma nessuno ci aveva avvertito, nessuno ci ha detto che era pericoloso”, racconta ora Giuseppe.

“MIO FIGLIO FEDERICO È MORTO DA EROE

Una veduta della casa travolta dal fiume in cui sono morte 9 persone a Casteldaccia (Palermo), 04 novembre 2018.
ANSA/MIKE PALAZZOTTO

Lui ha visto l’inferno quella notte: ha visto il figlio Federico, 15 anni, sollevare la piccola Rachele per salvarla e finire travolto dall’onda di fango mentre lui era stato sbalzato fuori dalla casa su di un albero. “Si è fatto tutto scuro, sul pavimento abbiamo visto avanzare una striscia di fango. Ci siamo affacciati, c’era il tombino che stava come venendo avanti. Siamo corsi nell’altra stanza, mio figlio Federico, quello grande, ha preso mia bimba di un anno, mi ha detto la tengo io, Rachele. Andiamo, andiamo ho urlato. È scoppiata la finestra. Rachele è morta, Federico è morto mentre tentava di salvarla, penso sia un eroe”, dice.

La casa era abusiva

“Se quella casa era pericolosa, se lì non si doveva stare, perché non ci hanno avvertito?”, ripete ancora Giuseppe Giordano. “Io sono finito fuori, su un albero, mi sono aggrappato. Ho urlato, è stato inutile, poi è tornato mio cognato, che ha dato l’allarme”, ricorda di quella sera. “Mi ha fatto scendere un carabiniere. Non voglio fiori, i fiori erano Rachele e Federico, era mia moglie, adesso non ci sono più”

Lorena Cacace

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