I pm hanno chiesto 12 anni all’ex prefetto, per la tragedia di Rigopiano, parlando di fallimento del sistema e tragedia causata da gravi omissioni.
Secondo l’accusa, che chiede adesso 12 anni per l’ex prefetto di Pescara, la tragedia sarebbe stata il frutto di clientele e di malgoverno. La Procura di Pescara, per l’incidente all’hotel Rogopiano travolto dalla neve e distrutto nel 2017, chiede anche la condanna per l’ex presidente della Provincia, il sindaco di Farindola Ilario Lacchetta, tecnico comunale e dirigenti provinciali.
Il 18 gennaio 2017 il resort di Farindola era stato distrutto da quasi 120mila tonnellate di neve, sul versante del Gran Sasso della zona di Pescara. In quel tragico incidente avevano perso la vita 29 persone, sulle 40 presenti nella struttura al momento del crollo. Solamente 11 riuscirono a mettersi in salvo, ma questo secondo gli inquirenti fu dovuto anche a un ritardo nei soccorsi. Una cattiva gestione complessiva, che adesso mira tramite le indagini della Procura di Pescara a punire tutti i responsabili delle attività di soccorso e gestione del caso.
I pm hanno chiesto infatti 12 anni all’ex prefetto di Pescara, parlando di tragedia dedicata da malgoverno e dalle clientele. Coinvolto anche l’ex presidente della Provincia, Antonio di Marco per il quale sono stati chiesti 6 anni e 11 mesi, mentre è di 4 mesi di carcere la richiesta dei pm nei confronti di Ilario Lacchetta, ai tempo tecnico comunale.
E ancora 10 anni per i due dirigenti della Provincia, Paolo D’Incecco e Mauro Di Blasio, mentre 9 e 8 anni di condanna potrebbero arrivare per i dirigenti della Prefettura Ida De Cesaris e Leonardo Bianco.
In un degli interventi, i pm hanno parlato di grave inefficienza da parte della Prefettura: “Non ci sono misteri, parliamo di depistaggi ma non ci sono grandi misteri”. Il prefetto secondo il procuratore Belelli avrebbe lasciato cadere nel vuoto le richieste di aiuto.
Un caso lungo cinque anni e che potrebbe trovare la fine nella giornata di domani. Intanto l’accusa non è affatto stata tenera nella mattinata di oggi in aula, davanti ai 29 imputati.
Accusa che vede le responsabilità soprattutto nel Comune di Farindola e nella Provincia di Pescara, con il comune che non avrebbe attivato la commissione valanghe in tempo e non avrebbe messo in pratica il piano emergenza, con gli strumenti previsti, come ad esempio le barriere antivalanghe previste.
Tra le altre accuse anche quella dello sgombero dell’hotel, dopo l’ordinanza del giorno prima della tragedia di chiudere le scuole.
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