Nel Parlamento italiano sembra esserci un costante movimento migratorio da un partito a un altro: il Pd cresce, Scelta Civica quasi scompare, mentre il M5S è il donatore universale di parlamentari a tutti gli altri schieramenti. C’è anche chi ha cambiato sponda più volte…
L’ultima migrazione è avvenuta a dicembre: il deputato messinese Francantonio Genovese si è spostato dal Pd a Forza Italia. Con lui sono in tutto 226 i parlamentari che, a poco più di metà legislatura, hanno scelto di cambiare la propria appartenenza politica in Parlamento.
La media è quasi di un parlamentare su quattro: 121 a Montecitorio; 105 a Palazzo Madama. Ed è importante sottolineare che nel conteggio sono stati considerati soltanto i movimenti prettamente politici, non sono stati inseriti passaggi formali, o casi particolari come i senatori a vita nel gruppo delle Autonomie.
Secondo i calcoli di Openpolis, questa legislatura si sta muovendo al ritmo di 10 spostamenti da una sigla a un’altra al mese (nella scorsa la media fu di 4).
Esistono poi i casi record come Luigi Compagna, che è riuscito a cambiare bandiera ben 5 volte: è stato inizialmente eletto con il Pdl, poi si è alternato ripetutamente tra Gal e Ncd.
Il centrodestra, dopo la scissione del 2013, ha continuato inesorabilmente a frammentarsi. Oggi, i 200 parlamentari eletti sotto la sigla del Pdl sono migrati in cinque gruppi differenti: FI, Ap, Ala, Cr, Gal.
Il Pd ha invece attirato continuamente nuovi elementi.
Lista Civica, dal canto suo, è composta soltanto da 23 deputati e non compare più al Senato. Dei 66 parlamentari eletti dalla coalizione guidata da Mario Monti, molti sono finiti in Area Popolare con Alfano, alcuni nel Gruppo per l’Italia, altri ancora nel Pd.
Un altro fenomeno degno di nota è quello che vede come protagonista il Movimento 5 Stelle. Se dovessimo parlare di gruppi sanguigni, sarebbe senza dubbio uno ‘zero negativo’: nel corso di questa legislatura ha ‘donato’ elementi a tutti gli altri gruppi politici: a Sel, Gal, Scelta Civica e Pd. Tuttavia non ha ricevuto alcuna ‘donazione volontaria’ da fuori. Considerato infine, le varie espulsioni e i ‘ritirati’, il gruppo è passato da 163 seggi conquistati ai 127 parlamentari odierni.