Sono state aperte due inchieste e la Procura di Trapani ha emesso quattro avvisi di garanzia dopo la morte del bimbo di 2 anni che ha perso la vita in ospedale a causa, si sospetta, di una meningite. Il padre di Daniel, Gaetano Casanello ha drammaticamente ricordato che il giorno in cui ha portato il bimbo all’ospedale Sant’Antonio Abate di Trapani i medici presenti in pronto soccorso hanno trattato il caso come se fosse una banale influenza.
‘Siamo arrivati venerdì mattina in pronto soccorso e ci hanno detto che era un virus e con un po’ di tachipirina ci hanno mandato a casa‘, ricorda il padre di Daniel, le cui condizioni di salute si stavano irrimediabilmente aggravando. Dopo la prima visita al bambino durante la mattina del giorno venerdì 13, in cui il bambino era stato portato al pronto soccorso con la febbre alta a 40, ne segue un’altra in serata, dopo che i genitori notano i puntini rossi che appaiono sulla pelle di Daniel. Il bimbo viene ricoverato ma poi muore dopo 5 ore nel reparto di Pediatria, nella notte tra venerdì e sabato 14 febbraio.
‘Mio figlio ha lottato fino alla fine. Bisognava scoprirlo prima‘,dice ancora sconvolto il padre del bambino. ‘Invece mi hanno telefonato solo sabato mattina per dirmi che c’era il rischio di contagio. Abbiamo dovuto sottoporci a una profilassi. Anche i compagnetti di asilo sono sotto osservazione. Ma il mio pensiero rimane a quella mattina di venerdì, perché non ci hanno fatto restare in ospedale?‘, conclude Cesanello. ‘Daniel era una roccia e sarebbe diventato un bravissimo buttafuori come il suo papà. Ma dovevano aiutarlo al pronto soccorso, invece l’hanno rimandato a casa. E poche ore dopo è morto. Adesso devono dirmi perché‘.
Dalla Procura fanno sapere che al momento le informazioni di garanzia sono da considerarsi “atto dovuto”, a tutela dei sanitari stessi. Da indagati, infatti, i due medici del Pronto soccorso e i due della Pediatria possono nominare un perito di parte per assistere all’esame autoptico.