Il trapianto di memoria potrebbe essere non soltanto un intervento di fantascienza, visto che alcuni ricercatori stanno già sperimentando il tutto con incredibili prospettive. Per adesso si usano le cavie da laboratorio e, se l’intervento potesse riuscire, renderebbe capace l’uomo di immagazzinare nella propria mente moltissime informazioni senza il minimo sforzo. Lo ha spiegato Giulio Maira, neurochirurgo all’Humanitas di Milano e al Campus biomedico di Roma.
Il professore ha fatto presente che la memoria è una delle manifestazioni più importanti del cervello. Si tratta di un sistema molto complesso, che è governato da differenti aree cerebrali. Il motore di tutto questo sistema è rappresentato dall’ippocampo, che si trova nel lobo temporale.
L’ippocampo fa parte del sistema limbico, che è quello deputato alla codificazione delle emozioni. E’ proprio l’ippocampo che riceve gli impulsi che si originano a partire da un’esperienza e poi li trasmette alla corteccia corticale, dove vengono selezionati e fissati alla memoria.
Il dottor Maira ha fatto presente che in alcune malattie, come per esempio l’Alzheimer, ad essere danneggiato è proprio l’ippocampo. Ecco perché la patologia cancella i ricordi più recenti, lasciando intatti quelli del passato.
Per mantenere la memoria, in attesa che la ricerca scientifica ci dia risposte precise anche sull’eventuale trapianto di ricordi, bisogna esercitare le funzioni cerebrali, in modo da non disperdere le connessioni nervose. Utili sono alcuni sistemi semplici, come le parole crociate, ma anche lo sport e l’alimentazione hanno un ruolo essenziale. Per tenere il cervello in forma, pochi grassi e pochi zuccheri.