Per la prima volta in Italia, un Ufficio Anagrafe ha trascritto l’atto di nascita di un figlio di due donne sposate all’estero. Non è il primo caso in assoluto, visto che già a Torino e Roma era avvenuto il riconoscimento del figlio di due donne, ma in quei casi si era dovuti intervenire per via giudiziaria, tanto che il procedimento torinese è ancora in corso. Il caso di Ruben, nato da Marta Loi e Daniela Conte, è diverso. Le due donne sono sposate da dieci anni in Spagna e vivono a Barcellona, ma hanno passaporto italiano. In Spagna il bimbo è sì considerato loro figlio e porta i due cognomi, ma non ha potuto avere la cittadinanza perché le donne sono italiane. La coppia si è così rivolta alle autorità e, dopo le verifiche del caso, il Consolato Generale ha richiesto la trascrizione dell’atto direttamente all’Anagrafe di Napoli.
Il 30 settembre 2015, l’iter si è concluso nel migliore dei modi. L’ufficio comunale ha trascitto l’atto di nascita, rispettando il documento spagnolo. “È una grandissima novità perché finora tutte le coppie italiane nella nostra situazione hanno dovuto percorrere la strada giudiziaria. Ora Ruben ha un passaporto ed è un cittadino italiano con due mamme”, ha spiegato Marta Loi all’Adnkronos.
La vicenda si inserisce nella discussione, ancora aperta, sul disegno di legge Cirinnà per il riconoscimento delle coppie omosessuale e le unioni civili. Il PD in origine aveva ideato un testo che prevedeva l’adozione del figlio di uno dei partner da parte del compagno, ma un emendamento della minoranza cattolica andrebbe a modificare questo passaggio, noto come la stepchild adoption. Nella nuova versione, il genitore sociale, cioè non biologico, avrebbe l’affido (e non l’adozione) del figlio, con la possibilità di adottarlo al compimento della maggiore età o in caso di morte del compagno.
L’emendamento accoglie parte delle richieste dei partiti cattolici, compreso l’NCD che ha parlato di “forzatura” alla calendarizzazone del ddl Cirinnà. La discussione sull’adozione per le coppie omosessuali è ancora aperta e lontana da un compromesso, ma il caso di Napoli potrebbe rappresentare una svolta.
L’Italia infatti ha riconosciuto il piccolo Ruben come figlio di entrambe le donne e, sui suoi documenti, risulta essere cittadino italiano con due mamme, riconosciute dalla legge.