Trascrizione matrimonio gay in Italia: è davvero possibile?

Con il sì alle unioni civili gay, l’Italia si è dotata di una legge che riconosce le coppie omosessuali. In precedenza, chi voleva certificare la propria unione doveva sposarsi all’estero, pur sapendo che non c’era possibilità di avere un riconoscimento legale una volta tornati. Questo non ha frenato coppie omosessuali dal rientrare in Italia da sposati e chiedere la trascrizione del matrimonio nel comune di residenza. In molti casi hanno trovato l’assenso dei sindaci, cosa che ha scatenato la dura reazione del ministro degli Interni, Angelino Alfano. Il caso di Roma, con Ignazio Marino che aveva aperto il Campidoglio alla trascrizione dei matrimoni gay, ha sollevato un polverone enorme: vediamo cosa è successo.

L’annullamento delle trascrizioni delle nozze gay celebrate all’estero può essere fatto solo da un Tribunale. A deciderlo il 9 marzo 2015 è il Tar del Lazio che accoglie il ricorso di alcune coppie contro l’annullamento disposto dal prefetto di Roma Alfonso Pecoraro, su richiesta del ministro degli Interni Angelino Alfano. L’ex sindaco Ignazio Marino aveva infatti trascritto nell’elenco delle Unioni Civili i matrimoni celebrati in Paesi stranieri da parte di coppie omosessuali italiane o miste. La decisione aveva scatenato la reazione del ministro che aveva mandato una circolare ai Prefetti, subito accolta da Pecoraro. Il Tar del Lazio ha però dato ragione a quelle coppie che avevano fatto ricorso

Nella sentenza disposta dai giudici amministrativi, si legge che nonostante “l’attuale disciplina nazionale non consente di celebrare matrimoni tra persone dello stesso sesso e, conseguentemente, matrimoni del genere non sono trascrivibili nei registri dello stato civile“, tuttavia, “l’annullamento di trascrizioni nel registro dello stato civile di matrimoni contratti da persone dello stesso sesso, celebrati all’estero, può essere disposto solo dall’Autorità giudiziaria ordinaria; il ministero dell’interno e le prefetture, quindi, non hanno il potere di intervenire direttamente, annullando le trascrizioni nel registro dello stato civile di matrimoni contratti da persone dello stesso sesso, celebrati all’estero“.

Il primo annullamento

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Le polemiche dopo le prime trascrizioni nei registri comunali non erano affatto mancate. Dopo le discussioni, alla fine, era arrivato anche il primo annullamento della trascrizione di un matrimonio gay contratto all’estero.

È accaduto a Udine dove il sindaco Furio Honsell ha ricevuto la lettera dal prefetto cittadino, Provvidenza Delfina Raimondo, con cui si annulla quanto registrato sugli atti comunali da parte del primo cittadino. Honsell aveva infatti trascritto le nozze di due donne, di cui una cittadina udinese, celebrate il 6 febbraio 2010 in Sudafrica. Nulla da fare per la coppia che si è vista cancellare l’atto dai registri per ordine della Prefettura con una modalità che lo stesso sindaco definisce “una novità che non ha precedenti in Italia”, visto che gli annullamenti fino a oggi erano stati ordinati solo da Tribunali. “Si tratta infatti di casi giuridicamente molto complessi e che richiedono quindi un’attenta analisi”, ribatte il primo cittadino. La lettera inviata dal Prefetto conferma l’annullamento e chiede la “tempestiva esecuzione al provvedimento […] dando assicurazione, senza ritardo, dell’avvenuto espletamento di dette operazioni”. Potrebbe però essere solo il primo atto di una lunga battaglia legale: è infatti possibile fare ricorso al Tribunale amministrativo regionale entro 60 giorni e al presidente della Repubblica entro 120 giorni dalla notifica.

L’annullamento arriva a seguito della lunga polemica sulle trascrizioni che ha visto da una parte i sindaci di molte città italiane, dall’altra il ministro degli Interni Angelino Alfano che aveva chiesto ai Prefetti di procedere all’annullamento.

Marino trascrive i matrimoni gay a Roma

Tra questi c’è Ignazio Marino che il 19 ottobre 2014 ha proceduto a inserire nel registro romano le 16 coppie gay che si sono sposate all’estero. Nonostante la formale diffida del prefetto Pecoraro, che ha annunciato di essere deciso ad annullare gli atti, Marino ha trascritto comunque le nozze gay sfidando Angelino Alfano, ma il ministro dell’Interno ha risposto via social: ‘Il sindaco firma autografi‘. Il sindaco della capitale Marino però tira dritto: ‘Se il prefetto annullerà, chiederò pareri legali. Anche l’Organizzazione mondiale della sanità ha sancito che l’omosessualità è un comportamento sessuale assolutamente normale‘.

Il ministro dell’Interno Angelino Alfano contrattacca su Facebook: ‘Marino firma autografi. Il sindaco Marino ha firmato trascrizioni per nozze gay. Ribadisco: per l’attuale legge italiana, ciò non è possibile. La firma di Marino non può sostituire la legge. In pratica, il sindaco Marino ha fatto il proprio autografo a queste, peraltro rispettabilissime, coppie‘.

È un botta e risposta che va ormai avanti da giorni quello tra il titolare del Viminale e i sindaci di alcune città che hanno detto no alla circolare emanata dal ministero in cui si chiedeva la cancellazione dagli atti comunali delle trascrizioni già effettuate.

Foto della cerimonia in Campidoglio

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Altri casi in Italia

Il sindaco capitolino è stato l’ultimo in ordine di tempo ad avere sfidato Alfano in merito alle trascrizioni dei matrimoni gay contratti all’estero. Prima di lui c’era stato anche Giuliano Pisapia ad aprire i registri del Comune di Milano alle coppie omosessuali. Non sono solo le grandi città ad aver aperto le trascrizioni delle nozze gay. Il primo comune italiano è stato infatti quello di Fano, in provincia di Pesaro e Urbino: in seguito sono arrivate le decisioni dei sindaci di varie città. Firenze, Napoli, Palermo, Grosseto, Empoli, hanno seguito l’esempio, mentre a Roma è arrivato il riconoscimento di un’adozione da parte di una coppia omosessuale con l’estensione dei diritti alla compagna di una donna, madre della piccola. A Milano il sindaco Pisapia ha firmato le prime sette trascrizioni di matrimoni tra persone dello stesso sesso, a Udine il sindaco ha registrato l’unione tra due donne, la prima nel comune friulano, mentre a Reggio Emilia è stata approvata la mozione per il riconoscimento del matrimonio gay.

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