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Il trasformismo politico in Italia ha portato 235 cambi di partito nel corso di 2 anni. Molti hanno scelto di seguire il PD, mentre altri gruppi politici, come Scelta Civica, si stanno ormai esaurendo. Piuttosto difficile anche la situazione all’interno del Movimento 5 Stelle, tra espulsioni e abbandoni. Ci sono quei politici, poi, che, nel loro passare da un partito all’altro, hanno attraversato una miriade di schieramenti. La nostra Costituzione garantisce per tutti i deputati e i senatori indipendenza e autonomia, ma c’è chi non è d’accordo con tutta questa libertà, specialmente di fronte agli ultimi sviluppi di un Partito Democratico capace di attrarre in maniera incredibile.
In particolare il Movimento 5 Stelle e la Lega Nord vorrebbero che si introducesse un vincolo di mandato, sulla cui discussione aumentano i pareri favorevoli. Intanto i parlamentari che decidono di cambiare insegna fanno appello proprio alla libertà garantita dalla Carta Costituzionale.
I cambi di partito
Se si esaminano nel dettaglio i dati che riguardano tutti coloro che hanno deciso di cambiare schieramento politico, al primo posto si colloca il Governo Letta, con una media di 15,33 cambi al mese. Soprattutto il fenomeno è stato determinato dall’implosione del PdL e dalla nascita del Nuovo Centrodestra.
In tema di cambi, al secondo posto si piazza il Governo Renzi, con 8 passaggi al mese. L’esecutivo Berlusconi ha avuto una media di 5,56 transizioni e il Governo Monti una media di 2,94. Colpisce in maniera particolare il dato relativo all’esecutivo Berlusconi, visto che è stato considerato anche il Governo che si è insediato all’interno di un contesto politico più stabile.
Il fenomeno dei cambi di gruppo politico, in questi ultimi 2 anni, ha raggiunto delle dimensioni inaspettate. Resta evidente come ci siano sempre più spaccature interne, come proliferino le espulsioni (per esempio nel caso del Movimento di Beppe Grillo) e come siano stati tentati dei nuovi esperimenti politici che poi “in modo naturale” sono giunti alla loro fine: è il caso di Scelta Civica di Mario Monti.
I partiti
Considerando la situazione dal punto di vista dei partiti, si possono riassumere gli spostamenti in tre grandi insiemi: gruppi in forte crescita, gruppi in perdita e partiti politici che hanno subito scissioni interne. All’interno di quest’ultima categoria rientrano, per esempio, il Popolo delle Libertà, con la rottura fra Berlusconi e Alfano, e Scelta Civica, con la fine dell’alleanza fra UdC e Popolari. Anche il Movimento 5 Stelle ha avuto molti membri persi, sia alla Camera che al Senato.
Fra i partiti in crescita c’è, invece, il Partito Democratico, che ha acquistato alcuni parlamentari di SEL e che ha visto confluire nelle proprie file il gruppo di Scelta Civica al Senato. Alcuni, quindi, come molti deputati SEL, hanno compiuto il salto dalla maggioranza all’opposizione e altri sono ritornati nei gruppi che all’inizio avevano deciso di lasciare. Una posizione particolare occupa di certo il gruppo misto, perché proprio in esso alcuni parlamentari hanno deciso di appoggiarsi, in un primo momento, prima di approdare ad altre sponde.