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A circa un mese dal trionfo al Festival del film di Roma, il 27 novembre 2014 approda nelle sale italiane Trash, la pellicola di Stephen Daldry con Martin Sheen e Rooney Mara ambientata nelle favelas di Rio de Janeiro. Il film è tratto dall’omonimo romanzo di Andy Mulligan pubblicato nel 2010.
L’episodio scatenante del film è il casuale ritrovamento di un portafoglio fra i detriti di una discarica, da parte di due ragazzini che abitano nelle favelas di Rio. Quando si presenta da loro la polizia, disponibile addirittura a offrire una generosa ricompensa per la restituzione, Rafael e Gardo si rendono infatti conto di non aver trovato un portafoglio ‘qualunque’ ma qualcosa di molto più importante. La situazione per loro si fa difficile, e insieme all’amico Rato devono trovare un piano per fuggire dai poliziotti e soprattutto scoprire quali segreti nasconde il portafoglio. Inizia così un’incredibile avventura durante la quale i ragazzi riescono a ricostruire la storia di José Angelo, il legittimo proprietario del borsello, nonostante il fiato sul collo del corrotto poliziotto Frederico. Ad aiutarli c’è soltanto una coppia di missionari americani che opera nella loro favela, il disilluso Padre Julliard e la sua giovane assistente Olivia…
Per girare Trash il britannico Stephen Daldry (Billy Elliot, The Hours, The Reader e Molto Forte Incredibilmente Vicino, i primi tre candidati all’Oscar come miglior film), oltre alle star Martin Sheen e Rooney Mara, che interpretano il missionario e la sua assistente, per i ruoli dei tre giovani protagonisti ha reclutato tre ragazzi selezionati direttamente nelle favelas brasiliane dopo un casting tra migliaia di aspiranti: Rickson Tevez, Luis Eduardo e Gabriel Weinstein. Il risultato è stato strabiliante, con i tre che hanno offerto una prova recitativa da consumati attori.
In definitiva Trash è un bel film, adrenalitico e godibile fino in fondo (grazie anche alla sceneggiuatura di Richard Curtis, quello di Quattro Matrimoni e un Funerale, Il Diario di Bridget Jones, Notting Hill e tanti altri), addirittura ‘una gioia per gli occhi‘, come ha scritto qualcuno. Tanto che potrebbe dire la sua anche in ottica Oscar 2015. Del resto Daldry è uno specialista, per lo meno di nomination.
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