Di quanto sono le trattenute in busta paga? C’è chi rischia moltissimo per il conguaglio Irpef ed è bene saperne di più.
È ufficialmente iniziato il perido della Dichiarazione dei Redditi, con il 730 precompilato già a disposizione di tutti i contribuenti dal due maggio. Dall’11 maggio è poi stato aperto il sistema per procedere all’invio diretto agli uffici dell’Agenzia delle Entrate.
Con l’invio di tutte le dichiarazioni sarà possibile ottenere i crediti e i debiti che ne derivano. Non tutti i soggetti interessati potranno avere un rimborso sul 730, infatti moltissimi lavoratori avranno modo di notare le trattenute in busta paga e pagamento del conguaglio dell’IRPEF se a debito.
Il conguaglio IRPEF con trattenuta in busta paga è una situazione che un contribuente può o meno trovare dopo l’invio del 730. Alcuni avranno delle note a credito e altri a debito, sempre nei confronti del Fisco a seconda del conguaglio fiscale.
Il conguaglio dell’IRPEF è a debito nel momento in cui, il contribuente, versa meno imposte sulle buste paga di quanto realmente avrebbe dovuto. Non sono casi rari, infatti ci sono delle persone che hanno più datori di lavoro o collaborazioni esterne. Per questo motivo potrebbero non calcolare l’imposta nella maniera corretta. Questo vuol dire che, nel momento in cui si vanno a sommare tutti i redditi ci potrebbero essere delle situazioni differenti.
Nel momento in cui si è a debito, i contribuenti si trovano a dover restituire il Trattamento Integrativo precedentemente percepito. Questo per chi non dovesse rientrare all’interno delle soglie di reddito che sono previste in Italia. Se ci fossero delle somme percepite in maniera indebita, allora si dovranno restituire con il conguaglio in un’unica soluzione.
Non è tutto, queste somme risultanti a debito dalla dichiarazione dei redditi si sottraggono allo stipendio come trattenuta in busta paga. I datori di lavoro tratteranno la sostituzione di imposta in un’unica soluzione oppure con la rateizzazione classica che parte dal mese di luglio sino al mese di novembre.
È importante che il debito sia saldato in ogni caso entro il mese di novembre, dell’anno successivo alla dichiarazione dei redditi. Una richiesta di rateizzazione è possibile, variando sino a 5 rate in totale. Ovviamente, il discorso di questo tipo non vale per tutti e ci sono anche dei rimborsi non solo addebiti. Il Fisco è comunque attento ad ogni movimento.
È importante presentare la dichiarazione dei redditi per tempo e non all’ultimo. In quel caso non ci sarà più la possibilità di poter pagare il debito con le rate. Questo infatti dovrà essere saldato in unica soluzione con le buste paga del mese di ottobre oppure novembre. Chi non desidera scegliere questa strada, potrà avvalersi al pagamento con l’F24. Il debito è comunque da saldare, qualsiasi sia la strada scelta. Il consiglio è di avvalersi ad un commercialista qualificato, così da poter verificare l’importo del debito e le modalità di rateizzazione.
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