Sono anni che i pendolari pagano biglietti dei treni troppo cari: 33 euro sulla Torino-Milano, 38 sulla Milano-Genova, 16 sulla Padova-Bologna. Tutta colpa di una formula matematica basata su un algoritmo studiato apposta per calcolare le tariffe. Ora le associazioni sono riuscite a dimostrare che quell’algoritmo è errato: se Trenitalia non prenderà provvedimenti, Assoutenti porterà la vicenda in tribunale, chiedendo ai giudici i dovuti risarcimenti.
Il 2 febbraio, a Roma, nell’ambito dell’incontro fra Assoutenti e Trenitalia, l’azienda non ha potuto far altro che ammettere il proprio errore e confermare l’esistenza di extra-costi sui biglietti a carico degli utenti: si è parlato addirittura di un 33% in più. Trenitalia ha inoltre dichiarato di aver ‘posto la questione all’attenzione della Conferenza delle Regioni’.
Era molto tempo ormai che le varie associazioni che tutelano i viaggiatori in treno, insieme al coordinatore Assoutenti, denunciavano il fatto: i continui aumenti applicati ai pendolari, in particolare sui viaggi sovraregionali, erano anomali, frutto di qualche errore di calcolo. E in effetti ora è arrivata la conferma: l’errore esiste e consiste in un algoritmo sbagliato, che non tiene conto del fatto che la tariffa dovrebbe essere progressivamente ridotta sulla base di un calcolo inversamente proporzionale ai chilometri percorsi: in poche parole, più viaggi, meno paghi.
Ma il fatto ancor più grave, è che questo algoritmo errato viene utilizzato come base di calcolo da oltre dieci anni. Una ‘distrazione’ che è costata cara a tutti coloro che da un decennio utilizzano i treni per recarsi quotidianamente sul posto di lavoro.
E’ palese dunque che i viaggiatori abbiano ragione e pure tutto il diritto di tornare a pagare meno, tuttavia Trenitalia non avendo intenzione di rinunciare ai suoi introiti, ha passato la palla alla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, la quale si pronuncerà sul caso.
Ora è indispensabile trovare una nuova base di calcolo, che da un lato sappia tutelare gli utenti, e dall’altro ‘preservi anche l’equilibrio economico dei contratti di servizio”, ha dichiarato Trenitalia in una nota ufficiale.
Dal canto suo, Assoutenti non ha intenzione di cedere. Enrico Pallavicini, portavoce dei comitati pendolari, ha spiegato al quotidiano la Repubblica: ‘Ci aspettiamo, da aprile, il riallineamento tariffario. In caso contrario segnaleremo tutto all’Autorità di regolazione dei trasporti e alle Procure per l’eventuale individuazione di reati e nel contempo manderemo decine di migliaia di viaggiatori dai giudici di pace con in mano gli abbonamenti pagati dal 2007 a oggi a un prezzo superiore al dovuto. Le Regioni rischierebbero un esborso nei confronti dei viaggiatori molto più elevato rispetto a quanto Trenitalia vuole le sia garantito’.
Come chiedere il rimborso
Chi fosse intenzionato a chiedere il rimborso degli extra-costi pagati sugli abbonamenti degli ultimi dieci anni, può rivolgersi a un giudice di Pace. E’ fondamentale essere in possesso di tutti gli abbonamenti incriminati per cui si chiedere il risarcimento. Le annualità coinvolte nell’errore di calcolo, per cui si può chiedere il rimborso, sono quelle comprese tra il 2007 e il 2017.