Una violenta tromba d’aria ha colpito in queste ore la zona di Cadore, nella parte alta di Belluno, e ancora la situazione rimane allarmante.
Il maltempo ha colpito l’area dolomitica bellunese, con forti venti e grandinate che hanno creato danni e disagi anche in Alto Adige. Gli alberi sono stati sradicati dal suolo e alcuni residenti hanno visto scoperchiare le proprie abitazioni. Uno scenario apocalittico commentato da Luca Zaia, che ha paragonato questa ondata di maltempo alla terribile tempesta Vaia che colpì con una forza equivalente quasi a quella di un uragano, non solo l’Italia ma anche Paesi confinanti.
Una fortissima tromba d’aria ha colpito diversi centri del Cadore, a Belluno, provocando danni ingenti. Diverse case sono rimaste senza tetto per la furia del vento, simile a un uragano.
Sembra paradossale se prendiamo in considerazione il fatto che in altre regioni italiane, come quelle del centro, le temperature oggi e ieri hanno toccato i 40 gradi. Al nord invece abbiamo quasi un accenno di inverno, anzi un arrivo prepotente di maltempo estremo che oggi ha traumatizzato i residenti della zona dolomitica dei Belluno.
Fra alberi radicati e forti grandinate, le auto parcheggiate hanno riportato dei danneggiamenti pesanti ma per fortuna nel bilancio generale delle problematiche non sono comprese vittime. Sembra infatti che nessuno sia rimasto ferito, tuttavia sono state tantissime le chiamate ai Vigili del fuoco del distaccamento locale. Violenti temporali ci sono stati anche in tutto l’Alto Adige.
Domani sono previste 23 città in bollino rosso e il caldo ha portato temperature record nella capitale e in Sicilia, con un picco di 47 gradi nell’isola maggiore, tuttavia abbiamo una netta contrapposizione con le regioni del nord Italia. Tanti penseranno che costoro siano fortunati a godere di un po’ di frescura ma i fenomeni temporaleschi di oggi sono stati decisamente estremi e devastanti.
Fra le zone più colpite appunto quelle del Cadore ma anche del Comelico, dove la tempesta ha risentito dell’accumulo di energia presente in atmosfera, dopo tanti giorni di caldo intenso. L’evento è stato accompagnato anche da grandinate che hanno distrutto ampi tratti boschivi.
Secondo quanto riferito dal presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, le immagini ricordano quanto accaduto nel 2018 con la tempesta Vaia, che i residenti ricordano bene. Su gran parte delle Dolomiti nel bellunese si è scatenato un vento violento che ha piegato i tronchi degli alberi, proprio come avvenne allora, in cui ettari di foreste vennero distrutti.
Una catastrofe che possiamo delineare non con la conta di vittime, fortunatamente, ma di chiamate ai soccorritori. Sono state molte e hanno tenuto impegnati i Vigili del fuoco di zona ma anche provenienti dalle province limitrofe.
Ci spostiamo poi in Alto Adige perché è opportuno spendere alcune parole anche su questa regione, colpita con forti temporali allo stesso modo. Anche qui le strutture più fragili sono state scoperchiate, comprese alcune aziende.
Per ore i pompieri hanno lavorato per liberare le strade e alcuni tratti sono ancora chiusi. Tutto sommato però la situazione è rientrata e ora le autorità stanno monitorando l’evolversi delle condizioni meteorologiche.
L’abbiamo nominata più volte, ricordiamo brevemente cosa è la tempesta Vaia. Si tratta di un evento accaduto fra ottobre e novembre del 2018, caratterizzato da forti raffiche di vento che si sono abbattute in Italia, Francia, Svizzera, Croazia e Austria.
La tempesta mediterranea si abbatté con modalità simili a un uragano, quindi forti piogge e inondazioni. In Italia, le calamità colpirono il Triveneto in un periodo in cui diverse zone erano state dichiarate in allerta rossa dalla Protezione Civile.
Caddero in tre giorni circa 715 millimetri di pioggia accompagnati da un forte vento di scirocco ed eventi di alta marea eccezionale nel centro storico di Venezia. La Protezione Civile stimò miliardi di euro di danni nelle regioni colpite, ovvero Friuli Venezia-Giulia, Veneto, Alto Adige, Trentino e Lombardia.
Anche le foreste patirono molto, infatti 42 milioni di alberi sono stati abbattuti su una superficie di 41.000 ettari, un dato mai registrato prima nel nostro Paese.
La tempesta Vaia, chiamata erroneamente così sebbene abbia tutti i tratti dell’uragano, si spostò anche altrove, toccando regioni come la Liguria, l’Emilia Romagna, il Lazio, la Calabria, la Campania, la Sardegna e la Sicilia.
A differenza dell’evento di oggi, ci furono delle vittime, 37 per la precisione.
Vaia viene considerata come uno dei fenomeni meteorologici più gravi che abbiano colpito l’Italia in epoca contemporanea, per il quale il Dipartimento nazionale di Protezione Civile stanziò più di 6 milioni di euro per gli interventi di prima emergenza.
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