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Se è vero che è compito di ogni genitore accudire e proteggere i propri figli, è anche vero che eccedere con le pratiche d’igiene, specialmente in bimbi molto piccoli, potrebbe favorire l’insorgenza della leucemia linfoblastica acuta (LLA) in quei soggetti geneticamente a rischio. E’ questa, in pratica, la conclusione di uno studio effettuato da Mel Greaves, ricercatore dell’Institute of Cancer Research di Londra, pubblicato sull’autorevole rivista scientifica Nature Reviews Cancer.
I risultati della ricerca dello scienziato del Centre for Evolution and Cancer presso l’Institute of Cancer Research di Londra sull’eccessiva igiene potrebbero portare alla possibile prevenzione di tutti quei casi di leucemia infantile in cui è chiara una predisposizione genetica a contrarre la patologia.
Anche se per raggiungere un obiettivo del genere la strada è ancora molto lunga, dato che, come spiega l’esperto: ”Lo sviluppo di un forte sistema immunitario nelle prime fasi della vita può leggermente ridurre ulteriormente il rischio ma, al momento, non è possibile prevenire definitivamente la leucemia infantile. Come emerso da questo studio, ci sono anche altri fattori che incidono sul suo sviluppo, inclusa la semplice casualità”.
Ad ogni modo, il team di ricercatori guidati da Mel Greaves (che studia la malattia da oltre 40 anni) hanno svolto diversi test che hanno portato significati risultati, tra i quali uno studio effettuato su cavie da laboratorio geneticamente predisposte alla LLA e vissuti in ambienti privi di germi batteri e virus comuni. Quando tali cavie sono state mess a contatto con quei banali agenti patogeni hanno manifestato la malattia.
Quindi il contatto con germi e batteri è positivo per i bambini, perché rafforza il loro sistema immunitario, al contrario, un’eccessiva igiene e l’uso di antibatterici può rivelarsi controproducente e addirittura dannoso per la salute dei più piccoli.
E’ per questo che, sottolinea la ricerca, i bambini dei Paesi industrializzati sono più predisposti alla malattia di quelli dei paesi meno sviluppati, e ciò non dipende – secondo Greaves – dall’eccessivo inquinamento o dalle radiazioni elettromagnetiche, ma più semplicemente dal fatto che i genitori lavano troppo i figli piccoli e li fanno vivere in ambienti troppo puliti e sterilizzati come se fossero ospedali. Ciò è dunque un errore – sottolinea anche il microbiologo Jack Gilbert, direttore del Centro Microbioma dell’Università di Chicago – perché non si tutela la salute dei bimbi così, ma si favorisce un cattivo funzionamento del loro sistema immunitario.
Gli esperti chiariscono però che l’eccessiva igiene, da sola, non è di per sé la causa scatenante della leucemia dell’età pediatrica, dato che ci sono altre cause concatenate, come ad esempio una specifica mutazione genetica che si manifesta già nel feto, quindi una predisposizione oltre anche a un’infezione che fa ammalare il bimbo dopo il primo di anno di vita, se si è trascorso in un ambiente ”troppo” pulito.
In definitiva quello che dovrebbe guidare i genitori è il buon senso, come specifica Alasdair Rankin, direttore di ricerca presso l’associazione benefica Bloodwise, che ha collaborato allo studio, e che cerca di evitare allarmismi inutili rivolgendosi alle famiglie con bimbi piccoli e neonati: ”Esortiamo i genitori a non allarmarsi, la leucemia infantile è molto rara e la sviluppa solo un bambino su 2.000″.
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