Sale il bilancio delle vittime del naufragio di Steccato di Cutro, in Calabria. Oggi il mare ha restituito altri 4 corpi.
L’aspetto ancora più tragico della vicenda è che molte vittime sono solo bambini, precisamente con i ritrovamenti di oggi abbiamo 34 corpi di minorenni poiché uno di questi ultimi è un bambino.
Il mare continua a restituire i corpi di migranti che hanno perso la vita a Cutro il 26 febbraio, quando la loro imbarcazione in balia della furia del mare si è schiantata sugli scogli a poche centinaia di metri dalla terraferma.
Oggi sono stati ritrovati altri 4 corpi, appartenenti a due uomini e una donna di cui ancora non si è stabilità l’età, ma c’è anche quello di un bambino di circa 8 anni.
Il corpo del piccolo è stato rinvenuto nella zona di Praialonga e con questo salgono a 34 i minorenni deceduti nel naufragio e a 25 quelli più piccoli di 12 anni. Una seconda faccia terribile di questa medaglia che ha aperto una polemica sulla gestione dei soccorsi e sulla responsabilità del caso. Sono stati tirati i politici e si parla di strage di Stato.
Sono 85 le vittime accertate finora e sul luogo degli ultimi ritrovamenti si sono recati il medico legale e gli uomini della Scientifica per accertare l’età e trasportare via i corpi che si trovavano fra le onde del mar Jonio.
Le operazioni di recupero sono durate alcune ore.
Sicuramente questo naufragio verrà ricordato per molto tempo e sulla base di questo sono nate molte proteste dei residenti della frazione calabrese ma anche di tutta l’Italia, che come dicevamo ha additato da subito l’operato del governo incolpando in particolare il nuovo decreto sugli interventi in mare delle navi umanitarie, accusato di favorire l’immigrazione clandestina ad opera di scafisti senza scrupoli che si impossessano dei soldi della gente disperata per offrire prospettive di vita migliore che sono irrealizzabili.
Era il 26 febbraio quando una barca in legno che trasportava più di 200 persone provenienti da diversi paesi, si è schiantata contro gli scogli a largo delle coste calabresi.
Quella domenica mattina vennero ritrovati 30 cadaveri sulla spiaggia di Steccato di Cutro, località balneare calabrese che si è risvegliata con le immagini terribili di questa strage, rimbalzate ovunque sul web.
Strage anche ancora adesso, a distanza di quasi un mese, continua a far parlare di sé perché nuovi corpi arrivano quasi ogni giorno e nel frattempo cresce la rabbia verso una mala gestione dei soccorsi ma anche verso chi non vuole prendersi le proprie responsabilità.
Vengono accusate le autorità, il governo, gli scafisti che sono sopravvissuti e sono stati arrestati, ma nessuno pensa al fulcro centrale della faccenda: tantissime persone sono morte a pochi metri dall’arrivo perché nessuno è intervenuto in tempo per evitare il naufragio.
Di chi è la colpa? Difficile dirlo con chiarezza, anche se le ultime accuse formulate parlano di ritardi anche nei soccorsi a terra, i quali avrebbero perso 30 minuti decisivi.
La Procura di Crotone ha aperto un’indagine su questo aspetto, in modo da stabilire le responsabilità e accertare se siano stati commessi reati nella catena degli interventi. Di certo qualcuno dovrà rispondere penalmente perché sembra che il natante sia stato avvistato ma come mai nessuno è intervenuto?
Nel primo fascicolo gli scafisti sono stati accusati di naufragio e omicidio colposo poiché hanno condotto l’imbarcazione proveniente dalla Turchia in condizioni di navigazione proibitive, su un mezzo di fortuna che durante il tragitto ha avuto spesso bisogno di interventi al motore per poter proseguire, inoltre ai migranti è stato chiesto un pagamento di 8.000 euro a testa.
Il secondo fascicolo ha l’obiettivo di ricostruire i soccorsi, valutando errori, omissioni e sottovalutazioni.
Nel frattempo continuano ad arrivare migranti a Reggio Calabria e questa mattina ne sono giunti 589 a bordo della nave Diciotti, per alleggerire l’hotspot di Lampedusa, da cui ieri sono partiti altri 230 migranti verso Porto Empedocle. Altri 400 dovevano essere trasferiti in altri centri ma le condizioni del mare troppo mosso rendono difficile l’operazione che quindi è stata rimandata.
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