L’Italia ha votato sì alla riforma delle regole sulla quesitone migranti al Consiglio Ue. Trovato l’accordo per rivedere sbarchi e accoglienza.
I ministri degli Interni dell’Unione Europea, riuniti in Commissione, hanno trovato l‘accordo per la riforma delle regole sull’immigrazione. Nuove norme per sbarchi e accoglienza, con l’Italia che ha espresso voto favorevole, mentre rimangono le divisioni interne tra i 27 Stati Membri. Astenuti infatti diversi paesi tra cui la Polonia, la Slovacchia, la Lituania, Malta, l’Ungheria e la Bulgaria.
Alla fine l’accordo è stato trovato. I 27 ministri degli Interni riunitisi al Consiglio Affari Interni in Lussemburgo hanno approvato i due pacchetti legislativi per le procedure di frontiera e la gestione degli arrivi e dell’Asilo. Lo rendono noto fonti interne diplomatiche Ue. L’approvazione è arrivata sui pacchetti legislativi delle procedure di frontiera che riguardano l’immigrazione, la gestione, l’Asilo con le difficoltà maggiori che sono state rappresentate dalla definizione di Paesi terzi che siano sicuri per l’invio dei migranti che non riescono a ricevere asilo nei luoghi in cui avvengono gli sbarchi o gli arrivi.
Nessuno Stato Membro ha votato contro la riforma, ma ci sono state delle astensioni. Si tratta di Polonia, Slovacchia, Lituania, Malta, Bulgaria e Ungheria. L’Italia ha votato sì, ovviamente, trovandosi nella posizione – scomoda – di paese ospitante e spesso sotto pressione. Grecia, Italia e altri paesi del Mediterraneo infatti da anni – dalla crisi del 2015 – aveva dovuto avere a che fare con i paesi più ostili alle riforme (come Polonia e Ungheria) che non avevano mai voluto ritrattare sui temi come interrogatori iniziali e ridistribuzione in Paesi terzi.
Il pacchetto di norme che vanno ad aggiungersi alla già complesse serie di provvedimenti per la questione migranti. Nella giornata di ieri la premier Giorgia Meloni si era recata in Tunisia, paese cruciale per l’arrivo di migranti nei paesi del mediterraneo. Inoltre, altro segno del lavoro che in queste settimane sta svolgendo l’Ue sulla quesitone, ancora la premier insieme al leader olandese Mark Rutte e a Ursula von der Leyen tornerà a Tunisi, per un incontro con i vertici del paese nordafricano e la discussione di importanti punti sulla migrazione.
Proprio il ministro dell’Intero, dopo l’accordo in Consiglio, ha fatto sapere che l’Italia ha adesso una posizione di grande responsabilità, e che le sue volontà hanno trovato corrispondenza da parte di altri Paesi. Il governo di centrodestra dunque, che spesso aveva trovato nel capro espiatorio – di tragedie e mala gestione dell’immigrazione – proprio l’Ue, adesso non solo collabora e coopera ma si dice ascoltato e appagato dalle proposte.
Lo si evince dall’atteggiamento di questi mesi di Giorgia Meloni e dalle parole del ministro Piantedosi. Adesso l’Europa ascolta i problemi dell’Italia, dice il leghista: “Abbiamo cercato di rendere attuabili le procedure di frontiera, processo che noi riteniamo debba andare avanti. Riteniamo che sia un giorno in cui parte qualcosa e non solo sia un giorno di arrivo”.
Tante le reazioni positive all’accordo raggiunto. Una giornata che il vicepresidente della Commissione europea Margaritis Schinas ha definito storica, con l’accordo tra i Ministri degli Affari Interni giunti a un negoziato per il Parlamento sulle proposte del patto per la migrazione: “Non ci arrenderemo“, twitta Schinas, mentre Ylva Johansson si affida alla metafora atletica: “In questa maratona, ci mancano forse 100 metri“.
La commissaria agli Affari interni della Ue si dice soddisfatta del lavoro dei 27 ministri riuniti in Lussemburgo, per la riforma delle regole migratorie.
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