Lo chef milanese è stato trovato morto in casa a New York, dove viveva da tempo. Ancora incerte le circostanze del decesso.
Aveva 34 anni Riccardo Zebro, noto chef di origini milanesi che da tempo ormai viveva e lavorava oltreoceano, a New York. L’uomo è stato trovato morto nella sua casa, e quanto pare il decesso risale alla notte tra il 15 e il 16 agosto, ma le circostanze sono ancora misteriose. La notizia, nel frattempo, sta facendo il giro del mondo.
Zebro si era trasferito a New York 7 anni fa, nel 2016, partendo da Cassina De’ Pecchi, in provincia di Milano. E proprio qui parenti e amici aspettavano il suo ritorno per trascorrere le vacanze insieme. Un sogno, ormai sfumato tragicamente.
Lo chef aveva iniziato la sua brillante carriera lavorando nelle cucine dell’Hotel Sheraton Diana Majestic, a Porta Venezia. Lì la gavetta, da commis di cucina a capopartita all’interno della brigata dello chef Paolo Croce. Da qui, Zebro aveva iniziato a viaggiare, spostandosi prima alle Bermuda e poi a New York.
Nella Grande Mela aveva lavorato a Soho, come chef del ristorante San Carlo Osteria Piemonte, e poi al Santambroeus West Village, dove lavorava tutt’ora. Quest’ultimo ristorante era lo scenario perfetto per mettere in atto l’amore che Riccardo aveva per la cucina milanese, essendo storicamente un’insegna della cucina milanese a New York.
Ed è qui che lo chef Zebro si dedicava a portare il meglio della cucina italiana nel mondo, preparando tajarin, ravioli del plin, risotto al nero di seppia. Tutti piatti tradizionali, rivisti in chiave creativa da una mente talentuosa, che non mancava di documentarne la creazione sui suoi profili social. E con il suo talento aveva conquistato proprio tutti, persino Robert de Niro, per cui aveva cucinato nel 2018.
La notizia ha lasciato sgomenti amici e colleghi del mondo della cucina, che non si sono trattenuti dal commentare quanto hanno appreso esprimendo parole di cordoglio e ricordando con stima e affetto il giovane chef scomparso. “Un grande chef e una persona di un’umanità impressionante” per Paolo Lovari, editore e giornalista.
Ma anche il food blogger Simone Gusto lo ricorda come un grande amico e chef conosciuto a New York, la cui perdita lo addolora. E non mancano ricordi e retroscena sulla sua carriera, come quelli disegnati da Roberto di Pinto, chef presso il ristorante Sine, in Viale Umbria a Milano.
Di Pinto racconta che lo chef Zebro andava sempre a trovarlo al ristorante quando era in Italia, e ricorda il loro primo incontro, nel 2017. All’epoca, di Pinto lavorava allo Sheraton Diana Majestic, quando Zebro era arrivato, appena uscito dalla scuola Carlo Porta, per iniziare la sua carriera partendo come stagista. Riccardo rimase lì per diversi anni, prima di decidere di fare il “grande salto” e partire verso la sua avventura oltreoceano.
Nel ricordo di di Pinto, Riccardo Zebro era uno chef di talento, la cui stoffa era chiara a tutti, un gran lavoratore. Ma anche un bravo ragazzo, a cui tutti non potevano che voler bene. “Un cuoco italiano di quelli autentici”, così l’ha definito, in grado di rappresentare al meglio la cucina italiana all’estero.
Adesso, di quel giovane chef di talento, non rimangono che il vuoto e il dolce ricordo.
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