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Trovato nell’aeroporto di Londra un pacco contenente uranio

A Londra, nell’aeroporto di Heathrow, è stato trovato un pacco contenente dell’uranio, una sostanza potenzialmente molto pericolosa. Ad oggi le indagini sono in corso e bisogna capire a chi fosse indirizzato.

Aeroporto Londra – Nanopress

Solo pochi giorni fa in Germania alcuni presunti terroristi islamici sono stati arrestati per aver – a quanto pare – pianificato un attacco con cianuro e ricina, delle armi chimiche insomma. La soffiata era arrivata da servizi segreti di un cosiddetto Paese “amico” – che secondo Bild sarebbe in sostanza l’Fbi statunitense – che avrebbe avvertito la procura generale tedesca di una possibile bomba biologica. Ecco che quindi le forze speciali Sek e gli agenti antiterrorismo hanno localizzato gli uomini e hanno fatto irruzione, con tanto di tute protettive e armi, in un appartamento di Castrop-Rauxel, in Nordreno-Westfalia. Una cosa simile è accaduta a distanza di pochi giorni anche a Londra.

Trovato un pacco contenente uranio a Londra

Londra, aeroporto di Heathrow, 29 dicembre 2022. Degli agenti di sicurezza scovano un pacco, capiscono che c’è qualcosa che non quadra, decidono di indagare e scoprono che contiene uranio. E subito la mente va al novembre del 2006, quando Alexander Litvinenko, ex agente del KGB, fu avvelenato con un tè al polonio-210 nel Pine Bar del Millennium Hotel di Londra e al 2018, quando Sergei Skripal – un ex membro dell’intelligence russa che per anni aveva passato informazioni ai servizi segreti del Regno Unito – fu trovato accasciato insieme a sua figlia su una panchina della città inglese di Salisbury dopo essere stato avvelenato con un agente nervino, rendendo la Russia la principale sospettata e causando l’espulsione per questo motivo da parte di 25 paesi di più di 150 diplomatici russi ritenuti agenti segreti sotto copertura. Diverso modus operandi, diversa sostanza, ma stessa finalità probabilmente e stessa minaccia radioattiva.

L’uranio, stando a quanto emerso fino ad oggi grazie alle rassicurazioni di Scotland Yard era in “piccolissime quantità, che non hanno messo in pericolo i cittadini e i passeggeri” (ma su questo punto torneremo dopo). Il problema, però, persiste. Che ci faceva qual pacco? A chi era indirizzato? Ha davvero minato la sicurezza pubblica? Su quest’ultimo punto ci sono pochi dubbi: la minaccia, sebbene sia potenziale, c’è ed è tanto grande da aver fatto scendere in campo gli agenti dell’antiterrorismo britannico.

Pacco – Nanopress

Ma ecco cos’è accaduto realmente quel giorno e, soprattutto, cosa sarebbe potuto accadere nell’aeroporto più grande di Londra se nessuno si fosse accorto del contenuto dal pacco.

Ecco cos’è accaduto

I fatti narrati risalgono al 29 dicembre, come abbiamo anticipato, quindi sono trascorsi ormai ben 13 giorni, eppure tutto è stato reso noto solo oggi.

A quanto pare – almeno a quanto sappiamo adesso grazie al Sun, dopo appunto tutto questo tempo – il materiale nucleare sequestrato in teoria avrebbe potuto dare vita a una cosiddetta bomba sporca, cioè un’arma radiologica, un ordigno progettato per disperdere materiale altamente radioattivo mediante un’esplosione di adeguata potenza. E sappiamo bene – soprattutto in questo periodo in cui si parla tantissimo di questo tema in seguito alla guerra in Ucraina – che la radioattività è un agente patogeno che può provocare danni molto seri e in alcuni casi addirittura la morte.

Pare che il pacco sia partito dal Pakistan, abbia raggiunto l’Oman e poi appunto il Regno Unito. Ma questo itinerario aveva una destinazione ben precisa in realtà: una ditta iraniana residente nel Regno Unito.

A questo proposito si apre un’ulteriore parentesi. Già diversi giorni fa aveva iniziato a circolare una notizia: pare infatti che il Regno Unito voglia classificare la Guardia rivoluzionaria iraniana “pasdaran” come un gruppo terroristico, come ha rivelato The Telegraph. Il Governo, infatti, sarebbe venuto a conoscenza di almeno una decina di complotti volti a rapire oppure uccidere cittadini britannici e questo solo nel 2022, come aveva confermato solo poche settimane fa in una rarissima apparizione pubblica il direttore generale dell’MI5 britannico Ken McCallum, che aveva detto senza mezzi termini: “Teheran pone una minaccia diretta al Regno Unito mediante la sua intelligence aggressiva”. E in effetti non è neanche la prima volta che Teheran minaccia il Regno Unito.

Ricordiamo che solo poche settimane fa il ministro dell’intelligence iraniana, Esmail Khatib, aveva parlato della tv Iran International – la tv in farsi con sede a Londra – come “un’organizzazione terroristica” e proprio nello stesso periodo i giornalisti avevano ammesso di aver ricevuto diverse minacce di morte dopo avere seguito le proteste per la morte di Mahsa Amini, la 22enne arrestata perché non portava il velo in modo corretto e sul cui decesso ci sono state non poche controversie che hanno scatenato una serie infinita di rivolte.

Probabilmente anche alla luce di tutte queste vicende pregresse sembra ancora più spaventoso il ritrovamento del pacco a Londra. Una fonte dell’aeroporto di Heathrow ha infatti affermato: “C’è timore su cosa avrebbero potuto fare gli iraniani con materiale del genere”. Sì, perché, mentre da un lato il Daily Mail ha parlato di “diversi chili di sostanza non dichiarata nel pacco”, notizia che però pare non trovare riscontro nelle autorità, dall’altro Scotland Yard continua ad affermare che le quantità di uranio rinvenute erano bassissime, come abbiamo anticipato, tanto da non poter essere letale per i presenti. Richard Smith, capo del dipartimento antiterrorismo, ha esplicitamente affermato: “Voglio rassicurare il pubblico sul fatto che questo materiale sia stato rivenuto in quantità molto piccole e dunque non pone alcuna minaccia al pubblico, anche se stiamo ancora indagando”. In ogni caso quello che sappiamo è che ad oggi non ci sono stati arresti, ma dovremo attendere per capire di più sulla vicenda.

Anna Gaia Cavallo

Mi chiamo Anna Gaia Cavallo, ho 30 anni, sono nata a Salerno e lì ho vissuto fino ai miei 18 anni. Poi il viaggio verso Siena per l'università, la laurea in economia e gestione d'impresa e poi il ritorno nella mia città natale. Qui, dopo un anno di lavoro nel settore economico, ho capito che non era questa la strada giusta per me e ho deciso di seguire quella che era sempre stata la mia più grande passione fin da piccola: la scrittura. A quel punto ho lasciato tutto quello che avevo costruito nei sei anni precedenti e ho intrapreso un altro percorso, quello che mi ha portato a diventare giornalista. Iscritta all'albo dei pubblicisti della Campania dal 2019, dopo aver attraversato diversi mondi, sono approdata sul pianeta Nanopress nel 2022 come editor e qui amo occuparmi di cronaca e attualità, ma quando mi capita di scrivere di musica raggiungo il massimo del piacere.

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