La premeditazione dell’omicidio di Giulia Tramontano potrebbe ora essere contestata a Impagnatiello, alla luce dell’ultima perquisizione nell’appartamento di Senago.
Nella casa in cui si è consumato il delitto, infatti, è stato trovato del veleno per topi, che forse il barman voleva utilizzare per uccidere la sua fidanzata. Non solo, il luminol ha evidenziato tracce di sangue nell’appartamento e sulle scale, che Impagnatiello aveva minuziosamente ripulito. Per il barman di Sesto San Giovanni potrebbe iniziare un processo con rito immediato, per accorciare i tempi processuali, arrivando direttamente al dibattimento.
Trovato del veleno per topi in casa di Giulia Tramontano
Del veleno per topi, sarebbe lì – almeno secondo chi indaga – la chiave della premeditazione dell’omicidio di Giulia Tramontano, la 29enne incinta uccisa lo scorso sabato notte nella sua casa a Senago, provincia di Milano. Durante la perquisizione, effettuata nel pomeriggio di ieri, nell’appartamento che la vittima condivideva con il fidanzato è stata trovata una confezione di veleno per topi. Non solo. Stando a quanto riferisce Tgcom24, Impagnatiello avrebbe cercato su internet l’effetto del suddetto veleno sugli uomini. Aveva forse intenzione di utilizzarlo per uccidere la compagna? Non è ancora certo, ma se l’ipotesi venisse confermata, gli potrebbe essere contestata la premeditazione, che per il momento è stata esclusa.
Nell’interrogatorio di garanzia, Alessandro Impagnatiello, barman di professione, ha ammesso di aver ucciso Giulia a coltellate senza un reale motivo. Il coltello utilizzato per colpire a morte la ragazza è stato ripulito e rimesso nel ceppo in cucina, che lo stesso Impagnatiello ha indicato agli inquirenti. Saranno gli esami dei Ris a chiarire quale di quelli sia stato utilizzato per uccidere la 29enne.
Si va verso il rito immediato
Viste le novità delle ultime ore, per l’imputato potrebbe farsi strada il giudizio immediato, vale a dire senza fase preliminare, arrivando direttamente al dibattimento. Intanto ieri sono stati ritrovati i documenti di Giulia in un tombino poco distante da casa, nei pressi del capolinea della linea M3 della metropolitana di Milano, alla fermata Comasina, mentre si cerca ancora il telefono cellulare della ragazza che Impagnatiello dice di aver gettato via.
Per venerdì prossimo è stato fissato l’esame autoptico sul corpo della ragazza, mentre nel corso delle ore continuano a emergere nuovi tasselli dell’intricato mosaico. Impagnatiello portava avanti una duplice relazione. Da una parte Giulia, dall’altra una collega di lavoro, che avrebbe incontrato la vittima poche ore prima che si compisse il delitto.
Gli inquirenti stanno indagando per capire se il killer reo confesso sia stato aiutato da qualcuno a far sparire il cadavere e a ripulire l’abitazione.