Diverse, dal 2011 ad ancora oggi, le segnalazioni alle Forze dell’Ordine di quella che viene comunemente chiamata la “truffa dell’asfalto“. Di cosa si tratta, nello specifico? Muratori, spesso segnalati per il marcato accento straniero, che propongono lavori di asfaltatura a basso costo per poi presentare costi esorbitanti una volta terminato. I truffatori si spacciano prevalentemente per personale del Comune, si presentano a privati e offrono i loro servizi per lavori in cortili e parcheggi, sfruttando asfalto e catrame arraffati fra gli avanzi dei cantieri inesistenti.
Ovviamente, la maestranza viene proposta “in nero” e proprio questo dettaglio spesso impedisce alle vittime dei malviventi di poterli denunciare alle autorità senza rimetterci loro stessi. Una volta incassato il guadagno, la fittizia banda di muratori stranieri si dilegua nel nulla, in alcuni casi addirittura estorcendo le cifre pattuite.
La truffa, in sé, sta nel fatto che il lavoro eseguito è di qualità molto bassa anche se proporzionata al prezzo offerto. Sono stati truffati anche alcune ditte di vendita materiali edili, che si sono visti pagare in contati le prime forniture di asfalto per poi ritrovarsi insoluti gli ultimi carichi.
Recenti casi di truffa dell’asfaltoIn Italia finora si sono registrate diverse denunce di casi simili, ad esempio a Gallarate, a Varese, a Imola o a Reggio Emilia, dove la scena era sempre la stessa: alcuni cittadini irlandesi, con la complicità di un gruppo di romeni, si presentavano alle vittime (cittadini privati) come ditte a cui avanzava del bitume, reso quindi immediatamente disponibile per nuovi lavori di asfaltatura, proponendo lavori addirittura gratis. In questo caso la truffa stava nel proporre gratuitamente i lavori per poi gonfiare i metri quadrati asfaltati pretendendo quindi un compenso esoso. Non dimentichiamo anche i casi avvenuti in Alto Adige, dalla Val D’Isarco alla Val Gardena passando per Val di Fassa, dove si sono registrate numerose denunce. Anche in provincia di Viterbo ci sono stati degli arresti per questo tipo di truffa, ad esempio ad Albinia, a Capalbio e a Pescia Romana, oltre che in vari altri comuni della costa grossetana.
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