Ormai dovrebbe essere chiaro a chiunque non viva tra le nuvole che la strada è un luogo molto pericoloso. Delinquenti di ogni specie si aggirano alla ricerca di vittime da derubare, rapinare, aggredire o truffare. Il fenomeno è reso ancora più grave dal colpevole lassismo delle istituzioni, sempre di manica larga con i criminali. Poiché l’automobile è usata da tutti, è naturale che sia anche considerata come un obiettivo principale dai truffatori, i quali, ricordiamolo, sono veri e propri criminali, non povere vittime della società cattiva. Ne abbiamo parlato diverse volte in passato. Riepiloghiamo alcune delle truffe più diffuse ai danni degli automobilisti, escogitate dalla delinquenza che ci circonda e soffoca.
STRISCIATA, SPECCHIETTO, OROLOGIO: IL CONTATTO CHE TI FREGA
Molto spesso si tratta di uno schema comune a cui vengono applicate delle varianti. Il più diffuso è quello di indurre la vittima a pagare per un danno che avrebbe provocato al truffatore attraverso un contatto tra i veicoli, naturalmente falso.
La strisciata, il graffio alla fiancata, la carta vetrata e lo specchietto sono le più comuni. Oppure mostrano un orologio col vetro rotto. Il truffatore è spesso appostato al lato della strada in un’auto. La vittima sorpassa, sente un colpo alla fiancata, subito dopo il truffatore comincia a lampeggiare o gesticolare per attirare l’attenzione. La vittima si ferma e il delinquente comincia la commedia: dice che è stato urtato e pretende un risarcimento immediato in contanti; come prova c’è un graffio alla fiancata oppure lo specchietto rotto, danno ovviamente già esistente in precedenza. C’è anche un graffio alla fiancata dell’auto della vittima, provocato dal truffatore nel momento del sorpasso, usando carta vetrata o un oggetto appuntito.
GOMMA A TERRA, MAZZO DI CHIAVI: IL DIVERSIVO FATALE
Un’altra tecnica comune usata dai truffatori è attirare l’attenzione della vittima con un diversivo e approfittare della sua distrazione per far rubare al volo da un complice quello che si trova nell’auto: portafogli, telefono, borse, eccetera. Qui di solito il luogo preferito è un parcheggio, può essere ovunque: strada, centro commerciale, fate voi.
Attendono che la vittima apra l’auto e appoggi degli oggetti su un sedile, poi il primo truffatore getta per terra un mazzo di chiavi e distrae la vittima, chiedendogli se quelle chiavi non siano sue. Mentre il malcapitato scende e si avvicina a controllare, il complice arriva alle spalle e ruba tutto. Una variante è la gomma sgonfia. I delinquenti sgonfiano la gomma, poi attendono che il proprietario arrivi, se ne accorga e cominci a sostituire la ruota. In quel momento arrivano dal lato opposto e rubano tutto.
L’AMICO DEL FIGLIO CHE HA UN PROBLEMA
Altre volte il delinquente si spaccia per un amico del figlio della vittima e usando vari pretesti, magari millantando incidenti o problemi vari del congiunto, chiedono una somma immediata in contanti “per aggiustare tutto”.
SORPRESA E DISTRAZIONE LE ARMI PIU’ INSIDIOSE
In tutti i casi, i delinquenti giocano sull’effetto sorpresa, la distrazione e la buona fede della vittima. L’altro elemento comune è, naturalmente, che vogliono i contanti subito: niente constatazioni amichevoli, “per risparmiare sull’assicurazione”, “perché sto andando all’ospedale” (magari con una donna o un bambino in auto che si aggiungono alla commedia), e così via.
E’ inutile dire che bisogna stare attenti. Partire dal presupposto che chiunque si avvicini per strada vuole dei soldi da noi. Essendo il mondo pieno di delinquenti, è molto probabile che chi ci blocca cerchi di farlo in modo illegale.
Innanzitutto l’auto è una buona difesa: cercare di non scendere e chiudere la sicura. In secondo luogo, una persona perbene non ha paura dei carabinieri. Quindi, di fronte alla richiesta di un presunto risarcimento, insistere sempre per chiamare le forze dell’ordine. Di solito questo è sufficiente ad allontanare i truffatori. Per nessun motivo si deve consegnare del denaro a sconosciuti, anche se giurano di essere nostri vecchi amici fraterni. Se lo fossero, ci ricorderemmo di loro.
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