Continua la campagna di vittimismo di Donald Trump, che si scaglia ancora una volta contro il giudice di Manhattan del caso Stormy Daniels.
Donald Trump contro Juan Manuel Merchan. Il magnate ha accusato il giudice del tribunale di Manhattan di persecuzione, mentre lo staff dell‘ex presidente grazie alla piattaforma Truth Social avrebbe raccolto già 4 milioni di dollari in donazioni dopo la notizia dell’incriminazione al caso Stormy Daniels.
Caos negli Stati Uniti intorno a Donald Trump. Le accuse e poi l’incriminazione – la prima per un ex inquilino della Casa Bianca – per il magnate hanno portato a una serie di conseguenze oltreoceano. Trump è stato incriminato per il caso Stormy Daniels, pornostar che sarebbe stata pagata circa 130mila dollari per tacere sulla relazione con il miliardario quando questo aveva da poco sposato Melania.
Sono 30 i capi d’accusa per il magnate, che avrebbe effettuato dei pagamenti anche con il denaro proveniente dalla campagna elettorale del 2016. Per questi motivi, uno dei suoi ex collaboratori reo confesso, è già stato condannato a un anno di reclusione.
Da queste incriminazioni dunque sono scaturite le sindromi di accerchiamento e i vittimismi; le teorie a difesa del miliardario sono tante. In molti – la maggior parte – del partito repubblicano statunitense hanno preso le difese dell’ex presidente, compreso Ron DeSantis, governatore della Florida che proverà invece a farsi eleggere come alternativa alla candidatura di Trump all’interno del partito alle prossime elezioni presidenziali (oggi il governatore ha approvato una misura anti-trans nelle scuole dello Stato).
Trump oltre ad attaccare Juan Manuel Merchan dichiarando di essere odiato dal giudice democratico, ha puntato anche il dito contro Biden nei giorni scorsi accusandolo di aver messo in scena tutto il caso e minacciando che il suo piano gli si ritorcerà contro.
Tutto questo, si teme, possa portare dunque ad altre insurrezioni della frangia più estremista dei sostenitori di Trump. Parte del popolo che era già insorta in maniera incontrollata e mai vista fino a quel momento durante l’assalto al Campidoglio del 2021, aizzato proprio dall’ex presidente; di fatto una delle pagine più brutte della storia della democrazia più antica del mondo moderno.
Adesso una New York blindata, proprio con il timore di insurrezioni, aspetta Trump che si costituirà martedì alla corte di Manhattan. Al Tycoon verrano prese le impronte digitali, poi sarà sottoposto alle foto segnaletiche. Non ci sarà alcuna ammissione di colpevolezza, fanno sapere gli avvocati dell’ex presidente, che poi uscirà su cauzione in attesa del processo.
Secondo quanto affermato dai media americani, la location potrebbe non essere il tribunale di Manhattan, dove ci si aspettano folle di manifestanti, ma potrebbe rimanere segreta. Intanto la polizia americana ha già messo in sicurezza diversi luoghi oltre il tribunale, come la Trump Tower. Martedì si aspettano disordini in alcune zone della grande mela, manifestanti di sostenitori di Trump mossi ancora dall’ex presidente.
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