La vittoria di Donald Trump alle elezioni presidenziali americane ha scosso mezzo mondo, ma non ha fermato anche i politici italiani dal commentare questo risultato – per certi versi – inatteso. Non c’è dubbio che la vittoria di Trump è la notizia del giorno, di conseguenza le reazioni e le dichiarazioni dei politici si sono susseguite in continuazione, così come i commenti dei vip che pure si erano schierati durante la campagna elettorale. Di seguito abbiamo raccolto gli interventi di esponenti politici italiani che hanno commentato la vittoria di Donald Trump.
“I sondaggisti non hanno affatto il polso del Paese, le loro deduzioni sono fallaci, anche perché si affidano ad interlocutori selezionati in base a possibili affinità, per cui finiscono col sapere quel che già vogliono sentirsi dire”, commenta Paola Binetti di Area popolare, secondo la quale non c’è dubbio che “tutti in Europa, sulla base dei dati disponibili, pensassero alla vittoria della Clinton, a prescindere dalla stima e dalla simpatia nei suoi confronti, come un’inevitabile conclusione della peggior campagna elettorale degli ultimi anni negli Usa“.
La presidente della Camera Laura Boldrini su facebook scrive “Non nascondo la mia sorpresa per l’esito del voto negli Stati Uniti. Questa mattina speravo di commentare un risultato diverso ma non posso che esprimere rispetto per la scelta del popolo americano. Credo che una grande democrazia si veda anche dalla capacità di sorprendere. Come otto anni fa è stata inaspettata la vittoria di un presidente afroamericano oggi lo è quella di Donald Trump. Poco fa, nel suo primo intervento pubblico da presidente, ha usato toni moderati, inclusivi e pacati, lontani dalle parole esacerbate e violente utilizzate durante la campagna elettorale. Spero che sia l’atteggiamento che continuerà ad avere perché la responsabilità che lo aspetta è enorme”.
“Quanto a Hillary Clinton sono convinta che non sia stata sconfitta perché donna ma poiché è stata percepita come espressione dell’establishment. E’ stata first lady e a lungo segretaria di Stato. Una storia che l’ha penalizzata perché non risponde all’esigenza di novità e di cambiamento che oggi si chiede alla politica. Ciò che è accaduto negli Stati Uniti ci mette di fronte ad un dilemma: le ricette facili possono aiutare a vincere le campagne elettorali ma non a governare fenomeni complessi. Per questo, di fronte ad una globalizzazione che ha aumentato le diseguaglianze a causa della crisi economica, è necessario che le forze progressiste trovino soluzioni efficaci e anche convincenti per i cittadini”, ha concluso Laura Boldrini.
Sempre su Facebook il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi commenta così i risultati delle presidenziali americane: “È Trump. All’America che soffre non basta la Clinton moderata e di sistema. Anche in Italia non basta un PD che punta al centro né ritorni all’Ulivo, ancor meno polemiche interne. Noi diciamo socialismo: piena occupazione, regolazione del mercato, redistribuzione della ricchezza, servizi pubblici di qualità e per tutti. Anche Sanders lo ha detto”.
“Una bellissima giornata, auguri di buon lavoro a Donald Trump, che ha battuto la Clinton e sicuramente darà seguito alle sue parole”, ha invece dichiarato il segretario federale della Lega Nord, Matteo Salvini, a Radio Padania, dopo la vittoria elettorale di Donald Trump negli Usa. Poi ha commentato anche il primo discorso fatto dal neopresidente americano: “Lavoro e sicurezza, coraggio e sovranità: quelle che sembrano bestemmie per qualcuno. Se gli operai che hanno votato sempre per i democratici e la Pennsylvania hanno scelto Trump, vuol dire qualcosa. Il popolo contro i poteri forti. Mi spiace per il silenzio di Grillo e di Berlusconi”. “Poi – ha aggiunto – c’è il tifo da cretino di Renzi per la Clinton. Fortuna che è l’ultimo mese di Renzi. Come si comporterà con il presidente eletto dai cittadini contro cui ha detto di tutto? Solo uno sciocco come Renzi poteva avere una tale uscita di ingegno”, ha concluso.
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Una vittoria inaspettata, ma auspicata. Il capogruppo di Forza Italia alla Camera, Renato Brunetta, commenta i risultati delle presidenziali negli Stati Uniti, che hanno decretato a sorpresa la vittoria del candidato Repubblicano, Donald Trump spiegando che non si aspettava questo risultato: “Anche se in cuor mio l’auspicavo. Ha vinto la democrazia americana, ha perso Obama, hanno perso i poteri forti e marci, ha perso la finanza che tutto vuole controllare e determinare, hanno perso i giornaloni, le grande catene televisive e giornalistiche. Ha vinto la democrazia. Questo mi ricorda quello che sta accadendo in Italia con il referendum e con Renzi. Io penso che questo aiuterà il ‘No’, perché i poteri marci, i poteri forti, le catene giornalistiche, la finanza buona e cattiva, i radical chic di casa nostra, incarnati da Renzi, faranno la stessa fine”.
(Brunetta)
E come vede Brunetta i rapporti tra Italia e Usa, tra Trump e Renzi? “Nei siti dicono che Renzi porta sfiga: l’endorsement che ha dato Obama a Renzi e i voti di Renzi alla Clinton evidentemente non portano bene. Come l’atterraggio su Marte. Renzi non porta una grande fortuna. E sorrido su questo. Il vento in Italia è già cambiato e il 4 dicembre gli italiani voteranno giocosamente per il No.
“È bello vedere le facce a lutto dei giornalisti e dei politici progressisti di tutto il mondo di fronte a Donald Trump Presidente USA”, scrive sulla sua pagina Facebook l’ex sindaco di Roma Gianni Alemanno (Azione Nazionale). “Le sue posizioni contro il commercio globale incontrollato, l’immigrazione sfrenata e l’interventismo guerrafondaio e a favore dell’amicizia con la Russia, – scrive ancora Alemanno – aumentano le nostre speranze di una rivoluzione che pieghi la Globalizzazione al servizio dei popoli. Trump è stato descritto come un pazzo razzista, maniaco e rozzo, così come succede ai nemici del politicamente corretto. Ora vedremo se sarà vero il paradosso – prosegue – di un superamento dei dogmi dell’ideologia globalista che parte proprio dalla potenza egemone americana con la presidenza di un miliardario. Intanto Hillary Clinton, Barak Obama e la retorica progressista sono stati sconfitti: questa è una buona notizia per tutti i popoli. Dopo la Brexit, ora tocca al popolo francese stupire il mondo con Marine Le Pen”, conclude Alemanno.
“In America ha vinto la democrazia e la democrazia ha sempre ragione. Nel suo primo discorso Trump ha ringraziato la Clinton ed ha detto ‘faremo l’America di nuovo grande’. Questa è una sfida vera anche per l’Europa” commenta il governatore della Lombardia, Roberto Maroni. “E’ come eravamo noi all’inizio – aggiunge – fuori dall’establishment”. Maroni aggiunge di condividere con Trump le politiche “sull’immigrazione e sul terrorismo“.
“Prosegue la maledizione del ‘giglio fiorentino’, e del loro amico Obama. Ancora una volta Renzi e la Boschi si sono pubblicamente sbilanciati con un endorsement per il candidato favorito, la Clinton, e, esattamente come accaduto con la Brexit, a vincere è stato l’altro candidato, Trump. E questo è lo stesso destino che attende il referendum sulla riforma voluta dai poteri forti della finanza e dall’Europa di Berlino e Bruxelles. Ma quanto avvenuto prima in Gran Bretagna e ora in America dimostra che non si può andare contro il volere dei cittadini che, quando possono esprimersi, sanno bene cosa scegliere! E la stessa cosa succederà il prossimo 4 dicembre anche da noi…”. Lo afferma in una nota il senatore della Lega Nord Roberto Calderoli.
Donald Trump è il nuovo presidente degli Stati Uniti e questo “è certamente un problema per l’America, e gli americani, ma lo è soprattutto per l’Europa e per il mondo“. Ne è convinto Emanuele Macaluso (in foto), storico dirigente Pci, che commenta così l’esito delle presidenziali Usa: La società americana si è spaccata in due, c’è stata una reazione negativa del sottosuolo, una ribellione contro l’establishment. Questa ribellione è stata affidata a Donald Trump e questo è un fatto molto negativo per tutti. Trump non è in grado di lanciare un ponte verso il Partito democratico, di confrontarsi con i suoi avversari. Il problema non è solo per gli Stati Uniti, ma anche per l’Europa e per il mondo. Forse a questo punto bisogna ammettere che era sbagliata la candidata. I democratici hanno sottovalutato il logoramento della Clinton, che era stata già battuta da Obama e non ha mai intercettato la preferenza dei giovani americani”, ha concluso.
Gianfranco Fini si dichiara “Sorpreso ma fino ad un certo punto. Non mi auguravo che Trump vincesse ma non lo escludevo a priori perché c’erano tanti sintomi nell’America profonda. Sintomi di rivolta muta fino a quando sono entrati nel seggio e poi rumorosa”. “La Clinton rappresentava il candidato del potere – aggiunge – ora bisognerà capire se il diavolo è così brutto come è stato dipinto. Vedremo i primi passi”.
“Povera Hillary, ha dovuto sopportare un pessimo marito, e poi un pessimo presidente e infine si è fatta sostenere dalle peggiori lobby esistenti, davvero per niente. Così impara a scegliere con chi accompagnarsi”. Così l’ex presidente della Camera dei deputati Irene Pivetti commenta su Facebook l’elezione di Donald Trump e la sconfitta di Hillary Clinton. “Certo che mi dispiace che una donna NON sia presidente degli Stati Uniti, ma non si può volere una donna a tutti i costi. Trump si rende utile da subito: serve a chiarire che le donne non sono una categoria, ma ci sono donne e donne!”, conclude Pivetti.
Fabrizio Cicchitto (in foto), deputato Ncd, dichiara invece: “Mentre manteniamo una valutazione negativa sulla piattaforma politica (specie per ciò che riguarda il protezionismo e le chiusure anche razziali) sulla cui base Trump ha condotto e vinto la sua campagna elettorale è evidente che una volta eletto Presidente degli Stati Uniti bisognerà vedere quali saranno la sua politica interna ed estera reali. Comunque le ragioni della sua vittoria sono abbastanza evidenti”. “Obama, oltre ai suoi numerosi errori in politica estera dei quali abbiamo già più volte parlato, ha lasciato più problemi nella società americana di quanto non ci abbiano raccontato i giornali: disuguaglianze, bassi salari, una profonda insoddisfazione di molti cittadini bianchi. Rispetto a questa insoddisfazione che si è tradotta in una contestazione generalizzata dell’establishment, ce n’è stata una di destra che si è espressa in Trump che ha travolto il partito repubblicano e una di sinistra che si è espressa in Sanders che però, sia pure a fatica, è stato sconfitto dalla macchina del partito democratico e dalla Clinton”, aggiunge.”La Clinton, però, pur avendo una grande professionalità, era la quintessenza dell’establishment e quindi non ha fatto il pieno né del voto femminile, né di quello dei giovani, né di quello dei neri. Sarà interessante vedere quale sarà la politica estera di Trump perché sono molto preoccupanti i suoi rapporti con Putin e le sue battute sulla Nato che a nostro avviso riveste tuttora una grande importanza. Giustamente Schultz ha dichiarato che adesso l’Europa deve riprendere la sua iniziativa autonoma. Ma esiste un’Europa politica? Stando alle dichiarazioni di Juncker di ieri non sembra. Ci auguriamo che altre leadership la facciano esistere”, conclude Cicchitto.
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“Dopo la Brexit, la vittoria di Trump: la rivolta di operai e classi medie nelle patrie del neo-liberismo globalista e finanziario. Un voto anti-establishment dove l’establishment a destra (Reagan e Thatcher) e a sinistra (Clinton e Blair) ha attuato compiutamente liberalizzazioni, privatizzazioni, smantellamento del welfare e svalutazione del lavoro. Il 2016 è per il neo-liberismo reale quello che il 1989 è stato per il socialismo reale. Il voto negli Stati Uniti invia un messaggio chiaro anche a noi, dato che i Trattati europei e l’euro sono la versione estrema del neo-liberismo. Senza superamento dell’euro, senza Keynes e senza controlli a movimenti di capitale, merci e servizi, la sinistra muore e trionfa la destra xenofoba“, è l’intervento di Stefano Fassina di Sinistra Italiana.