Donald Trump è a Miami, in onda sulla Nbc e intervistato da Savanna Guthrie, Joe Biden è a Philadelphia, in diretta sulla Abc e interrogato da George Stephanoupolos. I due leader si sono scontrati a distanza in vista delle elezioni presidenziali del prossimo 3 novembre, ma in due eventi separati, rispondendo alle domande dei giornalisti e del pubblico. Questa formula è stata scelta visto che Trump ha recentemente contratto il Covid.
Dondal è stato meno reattivo del solito, forse perché incalzato da domande scomode, alle quali ha spesso risposto in maniera evasiva.
Ancora una volta, ha parlato con superficialità della pandemia, ribadendo la non efficacia della mascherina (secondo lui, l’85% di chi la indossa prende comunque il virus), ha criticato il capo dell’Fbi da lui eletto e non ha preso una chiara posizione contro QAnon, il gruppo di estrema destra che lo sostiene.
Dice di non conoscerli ma di sapere di essere apprezzato da loro; Guthrie ha sottolineato come abbia spesso diffuso le teorie del complotto ideate dal gruppo, l’ultima sull’effettiva uccisione di Osama Bin Laden, ma ha svicolato la domanda. In merito ai suoi problemi con il fisco, ha sentenziato che i calcoli erano sbagliati e che è stato trattato male. Che si aspettasse un trattamento di favore?
Infine, la domanda sulla negatività o meno del test prima del dibattito con Biden del 29 settembre: Trump si è trincerato dietro un “non ricordo” e dicendo che in qualità di presidente deve spostarsi, incontrare persone, non può chiudersi in un bunker sotterraneo, come aveva fatto lo sfidante durante la pandemia.
Dunque, il presidente in carica non ne esce benissimo, perciò il suo team della comunicazione guidato da Tim Murtaugh è passato al contrattacco social, soprattutto Twitter, inneggiando alla vittoria di Trump contro Savanna Guthrie, sottintendendo che la sua non fosse un’intervista ma un interrogatorio di parte.
Trump lo chiama Sleepy Joe, ma Biden ha comunque scelto un approccio pacato e non aggressivo. George Stephanoupolos non ha certo risparmiato domane scomode.
Secondo il democratico, Trump è il principale responsabile della pandemia in USA, dove ad oggi si contano 217mila vittime, agganciandosi per illustrare le sue proposte per il sistema sanitario americano, rivolgendosi soprattutto alle fasce più povere della popolazione, che potrebbero davvero fare la differenza alle urne.
Biden ha criticato il suo sostegno a un disegno di legge del ’94 che ha comportato l’aumento di afroamericani nelle carceri, ma sull’aumento dei giudici della Corte Suprema ha preferito non rispondere in maniera decisa, dicendo di aspettare le elezioni.
Però su una cosa ha preso posizione in maniera ferma: se verrà eletto, la riforma fiscale varata da Trump verrà completamente spazzata via.
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