Un accordo con la Gran Bretagna, “smart” per essere uscita dall’UE, e un attacco alla politica di accoglienza di Angela Merkel e in generale al progetto dell’Unione Europea. L’intervista concessa dal presidente eletto Donald Trump al britannico Times e alla tedesca Bild apre una nuova fase nei rapporti tra Stati Uniti ed Europa. Chiusa la presidenza europeista di Obama, quella del miliardario parte nella direzione opposta, con gli elogi al popolo britannico per la Brexit, le critiche alla Cancelliera, la conferma di una politica aperta a Mosca e chiusa a difesa dei confini USA tanto da arrivare a promettere limitazioni nei viaggi verso gli States anche per i cittadini europei. Trump riprende anche il concetto di una NATO “superata”, già sottolineato in campagna elettorale, a delineare il quadro entro cui si muoverà da comandante in capo nei confronti degli alleati europei.
La doppia intervista del 45esimo presidente americano conferma la sua visione della politica estera nei confronti dell’Unione Europea che, da alleata numero, uno potrebbe essere retrocessa a favore di rapporti bilaterali con i paesi che più interpretano la sua visione del mondo, cioè la Russia di Vladimir Putin e il Regno Unito della Brexit.
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Trump aveva già festeggiato la vittoria del Leave al referendum da semplice candidato, ma oggi, a una settimana dal suo insediamento alla Casa Bianca, le sue parole hanno un peso maggiore perché diventano la politica estera ufficiale della prima potenza del mondo occidentale. Il presidente eletto conferma quanto già detto mesi fa: la Brexit “è una gran cosa” per la Gran Bretagna e “sarà un successo” perché, a suo dire, “presto altri paesi europei seguiranno questa scelta e abbandoneranno l’Unione Europea”. Il rapporto privilegiato tra USA e UK sarà rinsaldato da questa visione che Trump definisce “smart”, cioè intelligente, del popolo inglese che ha deciso di “mantenere la propria identità”, senza il peso di un’Unione troppo a guida tedesca. Per questo, Trump promette un “deal”, un accordo commerciale tra i due paesi, e rivela di aver inviato Theresa May ad andare negli USA “il prima possibile”.
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L’Unione europea diventa, nelle parole di Trump, un “veicolo della Germania“. Il presidente USA non usa mezzi termini quando si tratta della politica tedesca e della sua influenza su quella europea, in particolare sulla gestione dei migranti. La sola responsabile, dice, è Angela Merkel che “ha sbagliato ad accogliere così tanti profughi senza sapere chi sono e da dove arrivano”. Le loro visioni sul tema immigrazioni sono opposte. “La rispetto e mi piace ma credo che abbia fatto un errore catastrofico“, aggiunge sempre sulla Merkel. Il problema, insiste è che “nessuno sa da dove vengono” ed è questo il punto centrale del ragionamento di Trump: visto che gli europei non sanno chi hanno accolto, gli Stati Uniti sotto la sua presidenza potrebbero decidere di chiudere i confini con restrizioni per gli europei che viaggiano negli USA, oltre a controlli ai massimi livelli per chi arriva da paesi in zone del terrorismo islamico. Se la Merkel ha aperto i confini, Trump promette di chiuderli e assicura che, dopo l’insediamento, ci saranno subito i primi provvedimenti in questo senso.
Il rapporto con l’Europa potrebbe cambiare anche per quello che riguarda la NATO, definita “obsoleta” almeno nella sua attuale composizione. “Per me è importante, ma visto che solo cinque paesi pagano quello che dovrebbero pagare anche gli altri è obsoleta, vecchia di troppi anni, ha dei problemi e i suoi membri si riparano dietro alla forza degli Stati Uniti”, ripete ai giornalisti. L’Alleanza atlantica, pensata per essere il muro anti-Russia in piena Guerra Fredda, non dovrebbe più servire se gli Stati Uniti inizieranno una nuova fase nei rapporti con Mosca. “Dobbiamo cominciare a fidarci di Vladimir Putin”, insiste Trump, pur ammettendo che in Siria l’intervento russo ha “fatto brutte cose che hanno provocato una terribile situazione umanitaria”. Il primo passo nel nuovo rapporto con la Russia sarà “un accordo per ridurre gli arsenali nucleari. Ci sono delle sanzioni nei loro confronti, ma è arrivato il momento di fare un accordo”, ribadisce.
Se Trump tramuterà in azione tutte le sue dichiarazioni lo vedremo dopo il 20 gennaio, quando giurerà da Presidente degli Stati Uniti e inizierà ufficialmente la sua presidenza
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