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Mondo

Trump e Biden misurano già la loro forza per le elezioni del 2024

I due vecchi oppositori, Joe Biden e Donald Trump, entrano in campagna due anni e mezzo prima delle elezioni.

Donald Trump – NanoPress.it

Il repubblicano valuta la corsa dando uno sguardo ai suoi possbili problema di giustizia, mentre il democratico cerca di mettere a tacere le critiche interne sulla sua presunta impossibilità di essere rieletto.

Trump e Biden di nuovo in corsa nel 2024?

Anche negli Stati Uniti, Paese in perenne campagna elettorale, è troppo presto per parlare delle elezioni presidenziali del 2024. Certo, non è neanche normale che ancora si parli delle elezioni del novembre 2020, ma l’assalto al Campidoglio riempie ancora tutte le pagine dei giornali USA.

Quindi i due vecchi rivali, Donald Trump e Joe Biden, sflogliano la margherita con gli occhi puntati sul prossimo appuntamento, come se non fossero rimasti due anni e mezzo al prossimo appuntamento presidenziale.

In un angolo c’è Trump, e cui l’ex presidente è determinato a tornare in gara, e che è solo questione di quando intende rendere pubbliche le sue intenzioni. Nell’altro, il presidente Biden, che prende come offesa e slealtà le insinuazioni, che non sarà disposto a presentarsi e vincere alle urne quando sarà il momento (un tempo in cui avrà 81 anni, contro i 78 che ha avrà compiuto il suo potenziale avversario).

Quanto alle ragioni di Trump per andare così avanti nel suo annuncio (nulla glielo impedisce, ma è regola non scritta a Washington di aspettare almeno le elezioni legislative previste per il prossimo novembre) ci sono una serie di ragioni confessate e indicibili.

Tra le prime: la voglia del tycoon di sfruttare la tempesta perfetta che sta colpendo Biden. Con l’inflazione e la benzina alle stelle, i suoi indici di popolarità sono al ribasso: un sondaggio di martedì ha rilevato che l’88% degli americani crede che il paese stia andando nella direzione sbagliata, un massimo storico.

Le sue principali iniziative legislative sono paralizzate in Senato con sintomi di cancrena; la Corte Suprema, modellata sull’immagine del suo predecessore, sta imponendo un’agenda conservatrice su questioni come l’aborto, il cambiamento climatico o le armi.

Per il Presidente in carica anche il problema di Brittney Griner

E anche in questioni dove le cose sembrano andare meglio, le buche abbondano sulla strada, come nella crisi, collaterale alla guerra in Ucraina, scatenata dall’arresto a Mosca della cestista Brittney Griner, che ha chiesto personalmente aiuto al presidente in una disperata lettera scritta a mano ricevuta lunedì alla Casa Bianca.

Brittney Griner – Nanopress.it

Trump invece ha fretta di rilanciare la sua carriera politica, perché ciò potrebbe togliere la possibilità di inchiodarlo con un atto d’accusa per le rivelazioni che la commissione bipartisan che indaga sull’attentato a Capitol Hill sta raccogliendo.

E non ci sono solo quelle indagini: un gran giurì della contea di Fulton, la contea a cui appartiene Atlanta, questa settimana ha citato in giudizio sei dei suoi più stretti collaboratori (tra cui i suoi avvocati Rudy Giuliani e John Eastman, nonché il senatore Lindsey Graham, che ha annunciato che contesterà tale citazione) nell’ambito delle indagini sul caso per le pressioni che Trump ha esercitato sui funzionari elettorali dello Stato della Georgia, e in particolare sul segretario di Stato Brad Raffensperger.

L’ex presidente gli chiese nel gennaio 2021 in una famosa registrazione di cercare “11.780 voti” per certificare una vittoria che non è mai esistita. L’annuncio procedurale significa che la corda attorno a Trump si sta stringendo. In mezzo a questo panorama, Biden celebra ogni gesto di fedeltà come un trionfo: un paio di settimane fa ha festeggiato l’annuncio del senatore democratico Bernie Sanders (il suo più serio rivale alle primarie del 2020, che nel 2024 avrà 83 anni) invitandolo a cena alla Casa Bianca.

Appare evidente che ha bisogno di dimostrazioni di sostegno in un ambiente sempre più scomodo. Il mese scorso, il New York Times ha parlato con cinquanta membri attivi del Partito Democratico che hanno convenuto, che Biden avrebbe fatto meglio a non candidarsi di nuovo.

Questo mercoledì, la CNN ha pubblicato un altro rapporto nella stessa direzione, che descriveva un “senso opprimente di frustrazione” tra la sua gente al Congresso, riguardo al modo in cui sta gestendo le molteplici crisi che si stanno accumulando su di lui.

“La Casa Bianca è una nave che naviga senza timone, senza meta e senza speranza”

Una fonte anonima ha definito la Casa Bianca una nave che naviga “senza timone, senza meta e senza speranza” attraverso le acque agitate di questioni come l’aborto o il controllo della violenza armata. C’è la sensazione a Washington che Biden dovrebbe farsi da parte per far posto a un politico più giovane e più agile.

Joe Biden – Nanopress.it

E oltre a questo, anche: il governatore dell’Illinois J.B. Pritzker ha dichiarato la scorsa settimana che vede “certamente possibile” che Biden dovrà affrontare uno sfidante alle primarie del 2024. Il politico e imprenditore 57enne potrebbe riferirsi a se stesso o a un rosario di altri governatori provenienti da luoghi che vanno dal New Jersey (Phil Murphy) al Michigan (Gretchen Whitmer) o alla California, patria di colui che sembra il più posizionato: Gavin Newsom.

Newsom ha recitato in questi giorni in una commedia che è stata interpretata come una prova delle sue ambizioni presidenziali. Il politico ha pagato per una campagna pubblicitaria con lo slogan “La libertà è sotto attacco nel tuo stato” sugli affiliati di Fox News in Florida, per attaccare Ron DeSantis a casa.

DeSantis è il governatore lì e uno dei repubblicani nella posizione migliore per resistere a Trump. A suo favore, il fatto che se l’ex presidente dovesse candidarsi alle elezioni potrebbe godere solo di un mandato in più alla Casa Bianca per legge. È consuetudine che gli elettori sostengano i loro presidenti con l’idea di poter completare due mandati completi, otto anni in totale.

Un sondaggio sulle intenzioni di voto nel New Hampshire, uno stato che tradizionalmente si alza presto nel processo primario, ha dato a De Santis (37%) un legame tecnico con Trump (39%) questa settimana.

 

Paolo Battisti

Giornalista Pubblicista dal 2013. Amo la storia e mi occupo di politica estera

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