Donald Trump subirà un processo a ottobre 2023 per frode fiscale e l’accusa riguarda anche i membri della sua famiglia.
Non si tratta di un periodo molto sereno per il tycoon nonostante lui si mostri tranquillo per preservare la sua immagine forte e autoritaria.
Per Trump è arrivata prima la sconfitta alle lezioni di Midterm dove era prevista la tanto decantata ondata rossa che avrebbe destabilizzato l’attuale governo democratico. La realtà, però, ha mostrato un quadro differente da quello rivelato dai pronostici e dai sondaggi. Se alla Camera è riuscito a trionfare, riportandola alla maggioranza repubblicana, non si può dire la stessa cosa per il Senato che invece è rimasto in mano ai democratici di Biden. Ora per il leader repubblicano si prospetta un’altra dura sfida. E arriva per il leader maga la convocazione ufficiale per presentarsi a processo nell’ottobre 2023, e la cosa riguarda lui ma che la sua famiglia. Le accuse infatti sono rivolge all’ex presidente Usa ma anche ai suoi figli.
L’ex presidente degli Stati Uniti sta vivendo un momento particolare dopo che si era preannunciato il suo grande ritorno. Sembrava che Trump avesse ripreso il controllo degli Stati Uniti nonostante non si trovasse in questo momento in una condizione di potere assoluto politico. Oltre ad aver visto una disfatta politica, nonostante si parlasse di ribaltone rosso, ora il tycoon deve fare i conti con un’accusa che è arrivata in maniera inaspettata nelle ultime ore.
Nonostante Trump abbia temporeggiato per molto tempo e abbia sempre cercato, riuscendoci, di non consegnare documentazioni aziendali e personali agli inquirenti, ora si apprende che il suo ricorso effettuato alla Corte Suprema è stato bocciato. Detto ciò, l’ex presidente repubblicano dovrà rispondere dell’accusa di frode fiscale e presentare una documentazione relativa a sei anni di dichiarazioni dei redditi che non coinvolgono soltanto lui ma anche i suoi familiari.
Nonostante Trump e i repubblicani avranno il controllo della Camera a gennaio e quindi l’esito di questa vicenda non sia certo dato che potrebbe in qualche modo decadere, la questione a prescindere dall’esito finale è comunque importante ed è già sulla bocca degli statunitensi, trattandosi di una grossa sconfitta per il tycoon. Il leader repubblicano ha sempre cercato di mantenere il più possibile riservati i documenti inerenti alle sue aziende ma questa volta dovrà consegnarli e sicuramente emergeranno particolari e descrizioni delle operazioni e questo è proprio quello che Trump voleva evitare.
Una delle cose che Trump ha sempre voluto evitare, come detto poco fa, è il consegnare documentazione personale e aziendale che in qualche modo possa essere resa pubblica. Questo perché andrebbe a ledere la sua immagine, plasmata sostanzialmente da lui stesso e imboccata dall’opinione pubblica. Questo svelerebbe comportamenti inadeguati dell’ex presidente e lo potrebbe mettere in cattiva luce anche pensando alle prossime Elezioni Presidenziali del 2024.
Il processo civile a carico di Trump inizierà il 2 ottobre 2023 esattamente 13 mesi prima delle elezioni presidenziali. Nonostante (molto probabilmente) Trump avrà modo di gestire la questione in maniera interna – dato che da gennaio avrà la maggioranza alla Camera -, la sua immagine sarà sicuramente lesa e la paura dell’imprenditore e ora andare a scalfire l’ideale creato intorno a lui e l’immagine costruita durante la campagna elettorale, e in un momento nel quale, invece, prima delle presidenziali è importante avere il sostegno massimo degli elettori.
La procuratrice dello stato di New York, Letitia Jones, ha accusato Trump e i suoi tre figli di aver appositamente gonfiato gli asset delle proprie aziende di famiglia per riuscire a spuntare condizioni favorevoli alle banche. La richiesta che viene avanzata, insieme all’accusa per frode, è un risarcimento di 250 milioni di dollari nei confronti dello Stato per l’appunto e si richiede inoltre che all’imputato venga vietato di dirigere un’azienda.
Nonostante Trump si sia rifiutato di consegnare i documenti fiscali inerenti alle azienda e che vanno dal periodo 2015 al 2020, l’amministrazione Biden ritiene invece che si possa richiedere la documentazione fiscale da analizzare con la legge federale anche ad un presidente. Detto ciò Trump ha l’obbligo di consegnare la suddetta documentazione inerente in lui e i suoi tre figli.
Nonostante i legali di Trump abbiano temporeggiato per evitare di consegnare le dichiarazioni che sono sempre state custodite gelosamente, la Corte Suprema ha dato la sua sentenza e ha quindi rifiutato l’appello della difesa. Trump dovrà consegnare tutto e presentarsi al processo insieme ai tre figli nell’ottobre 2023. Qualsiasi cosa succeda prima non potrà però levar via la macchia nel caso vengano evidenziate prima grosse frodi o raggiri atti a speculare, documentati nelle dichiarazioni dei redditi.
Anche se l’esito del dell’ex presidente non sarà equo rispetto a quello che succederebbe a un imprenditore qualsiasi, siamo certi che la sua gloriosa campagna elettorale per le presidenziali risentirà di questa situazione e questa volta forse l’ondata rossa che tanto Trump spera di vedere scemerà ancora prima di iniziare. Sempre che il presidente repubblicano non decida di portare avanti proteste facendo emergere false accuse nei confronti della Corte Suprema e di chi sta valutando la situazione per evitare di esporsi e dover rispondere delle sue azioni, e ciò che è contenuto nelle dichiarazioni dei redditi.
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