In Italia le pazienti con tumore al seno possono contare su una nuova ‘arma’ che rallenta la progressione della patologia. Si tratta di un inibitore selettivo delle chinasi ciclina-dipendenti 4-6 (Cdk 4/6) e rappresenta una nuova classe di farmaci che si usa in aggiunta alla terapia ormonale nelle donne con tumore al seno avanzato (Hr+/Her2-).
L’utilizzo di tali nuovi farmaci è ora possibile anche in Italia. Gli esperti hanno presentato a Roma il nuovo standard di trattamento rimborsabile dal Ssn del farmaco ribociclib. E’ disponibile in alcune Regioni dal 25 settembre in trattamento orale. Queste molecole hanno ”dimostrato di migliorare i risultati ottenuti con la sola terapia ormonale e di prolungare la sopravvivenza rallentando la progressione del tumore”.
Lucia Del Mastro, oncologa coordinatrice della Breast Unit dell’ospedale Policlinico San Martino di Genova, ci illustra in cosa consistono questi nuovi farmaci. “Sono opzioni terapeutiche che aumentano l’efficacia dei trattamenti anti-ormonali standard. Le donne hanno a disposizione un trattamento che può mantenere sotto controllo la malattia per un tempo molto più lungo rispetto alle opzioni precedenti. Allo stesso modo – aggiunge – si prevede una bassa tossicità. Che consente a queste donne di poter vivere una vita pressoché normale pur continuando a effettuare un trattamento per la loro malattia metastatica”.
L’Italia ha giocato un ruolo da protagonista nel programma di ricerca clinica della Novartis per lo sviluppo del nuovo farmaco, con circa 1000 pazienti inclusi negli studi. Il general manager Luigi Boano, ha commentato: “Il riconoscimento in regime di rimborsabilità e con l’indicazione in prima linea nel tumore al seno avanzato ci rende particolarmente orgogliosi. Ci dedichiamo a fornire ai clinici nuove opzioni terapeutiche per dare ulteriori speranze alle pazienti. Garantendo efficacia da una parte e miglioramento della qualità di vita del paziente dall’altra”.
La conferenza di presentazione del nuovo farmaco è stata l’occasione per l’anteprima di un cortometraggio dal titolo ‘Tempo di vita’. Il film diretto da Stefano Landini e prodotto dal Centro sperimentale di cinematografia di Roma è incentrato sulla storia di una donna che scopre di avere un tumore al seno avanzato. Un’opera che verrà presto proiettata in diversi festival.
“Per chi si ammala oggi le prospettive sono differenti: con la malattia si può convivere e si può controllare, mentre 10-15 anni fa si pensava fosse comunque letale. Con questo nuovo farmaco possiamo controllare il tumore, almeno il 50% delle nostre pazienti che assumeranno la terapia almeno per due anni vivranno bene”. A spiegarlo è Michelino De Laurentiis, direttore Dipartimento Corp-S assistenziale e di ricerca dei percorsi oncologici dell’Istituto tumori Irccs Fondazione Pascale. Se il farmaco è usato in prima battuta quando si sviluppano metastasi da tumore mammario ormone-sensibile ”è in grado di raddoppiare l’efficacia della terapia ormonale di base”. Ciò consente, ribadisce l’esperto, ”nella maggior parte delle pazienti un ottimo controllo della malattia senza ricorrere alla chemioterapia”.
In collaborazione con AdnKronos
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