[didascalia fornitore=”ansa”]Ospedale San Paolo, Napoli[/didascalia]
L’uso dei cosiddetti farmaci intelligenti per la cura dei tumori in Campania permette ai pazienti un risparmio dei tempi di attesa per i ricoveri e un risparmio di denaro per la sanità pubblica. I risultati del nuovo approccio al sistema sono stati illustrati all’Irccs G. Pascale di Napoli, durante il convegno ‘Reti cliniche e nuove tecnologie: Quale futuro per il paziente campano’, e riassumendo possiamo dire che l’esperienza campana rielabora i risultati già raggiunti a livello nazionale nell’ambito dei progetti ‘Going Lean’ in onco-ematologia (ottimizzazione dei Day hospital) e Scuba (Subcutaneous Benefits Analysis), realizzati da Bip (Business Integration Partners) con il sostegno di Roche.
“L’obiettivo è sensibilizzare il sistema a utilizzare al meglio le proprie potenzialità e a cogliere i benefici che le innovazioni farmaceutiche possono generare a livello organizzativo-gestionale – spiega Davide Alì, referente Bip progetti Going Lean e Scuba – In sanità il dibattito sull’innovazione spesso è concentrato sull’esigenza di implementare soluzioni strutturali e sistemiche che determinino forti discontinuità rispetto alla situazione attuale, ma che nella sostanza risultano ampiamente ridimensionate o non trovano applicazione a causa delle forti barriere al cambiamento”.
I progetti prendono in considerazione i vantaggi che le formulazioni sottocutanee portano al personale medico e infermieristico, al farmacista ospedaliero e soprattutto al paziente. Secondo la prospettiva clinica e del personale infermieristico, l’uso delle nuove formulazioni migliora organizzazione e pianificazione delle attività, introducendo logiche di programmazione e ottimizzazione del workflow, grazie ad adeguati metodi e strumenti di valutazione.
Il futuro delle nuove terapie onco-ematologiche è oggi e rappresenta, oltre che una innovazione, anche un risparmio per pazienti e collettività. Infatti le nuove formulazioni sottocute (Sc) per la cura dei tumori del sangue ridefiniscono le terapie onco-ematologiche e favoriscono nuovi e più efficienti modelli organizzativi in Day hospital, con ben 7.500 accessi attuali.
Questo nuovo approccio ha prodotto anche notevoli risparmi sui costi sanitari per il Servizio sanitario nazionale e il Servizio sanitario regionale rispetto alle corrispondenti formulazioni endovenose, con una potenzialità futura di risparmio fino al 20% rispetto ai costi attuali.
Sono questi i dati che emergono da un’indagine condotta dal 2015 al 2017, in 3 anni di progetti sul campo, su un campione di 744 pazienti e che ha coinvolto, ciascuno per 2-3 mesi, 10 centri ospedalieri della Regione Campania – tra cui Irccs Pascale, Aorn A. Cardarelli e Aou Federico II di Napoli, ospedale di San Giuliano in Campania (Napoli) e Tortora di Pagani (Salerno). La ricerca presentata nell’ambito del progetto ‘Effisciency Lab: nuovi approcci gestionali e organizzativi in onco-ematologia’, mette in luce efficacia e benefici di un processo che ha l’obiettivo di migliorare la qualità di vita dei pazienti e dei caregiver coinvolti, rendendo più agevole la gestione della malattia con una conseguente maggiore soddisfazione da parte dei singoli pazienti (89% i pazienti soddisfatti sul totale) e riduzione della mobilità sanitaria.
Ugo Trama, direttore generale per la Tutela della salute e Coordinamento del Sistema sanitario regionale e dirigente Uod 06 politica del farmaco e dispositivi della Regione Campania, precisa: “L’oncologia rappresenta l’area terapeutica in cui si concentrano i principali sforzi della ricerca farmaceutica. Tali innovazioni comportano, inevitabilmente, costi rilevanti e impongono con forza il tema della sostenibilità. La capacità di garantire un trade-off tra innovazione e sostenibilità economica – avverte – costituisce la sfida più importante per il Servizio sanitario regionale e ciò può essere ottenuto solo attraverso l’ottimizzazione dei percorsi assistenziali e l’adozione di strumenti per la valutazione dell’appropriatezza”.
“Il nostro obiettivo è favorire un impegno appropriato dei farmaci, coscienti che la sostenibilità del sistema sia anche una nostra responsabilità – conclude Maurizio De Cicco, presidente e amministratore delegato di Roche Italia – Da 120 anni ci impegniamo con coraggio nel mettere a disposizione dei pazienti le migliori cure possibili, e nel diffondere conoscenze scientifiche e gestionali che possano ottimizzare i processi sanitari. In questo contesto siamo fieri di sostenere questa iniziativa che dimostra come la sinergia tra pubblico e privato possa portare benefici importanti all’intero sistema”.
In collaborazione con AdnKronos
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