Individuato un biomarcatore che permette di rilevare, in anticipo, l’aggressività dei gliomi pediatrici e dare la possibilità ai medici di intraprendere il miglior percorso terapeutico per i piccoli pazienti.
Un grande passo in avanti per quel che concerne la ricerca scientifica, in merito ai tumori: in particolare, è stato individuato un biomarcatore che permette ai medici di capire, in anticipo, quale sarà l’aggressività dei gliomi pediatrici. Lo studio è stato coordinato dal Dipartimento di Medicina sperimentale della Sapienza, con ampio respiro internazionale. Ecco di cosa si tratta e qual è l’importanza di aver individuato tale biomarker per quel che concerne la cura di specifici tumori in età infantile.
Tumori, aggressività di gliomi pediatrici predetta in anticipo grazie a un biomarcatore
Lo studio internazionale, condotto dal Dipartimento di Medicina Sperimentale, ha permesso l’individuazione di un biomarcatore che permette ai medici di sapere, in anticipo, quale sarà l’aggressività dei gliomi pediatrici che andranno a trattare nei piccoli pazienti. In questo caso, si può comprendere meglio la progressione del tumore dopo la rimozione effettuata chirurgicamente.
I gliomi sono tumori che colpiscono le cellule della glia, ossia quelle che compongono il sistema nervoso e che hanno l’importante compito di fungere da sostegno ai neuroni. Tali tumori emergono, principalmente, in età infantile. Grazie alle nuove terapie sperimentali e alla asportazione chirurgica, molti gliomi pediatrici sono eliminati dal corpo.
C’è da dire, però, che – in alcuni casi – non basta l’intervento, in quanto l’operazione non riesce sempre a intralciare lo sviluppo di tale tumore. E ora, con la scoperta di questo biomarker, si accendono nuove speranze di successo in tal senso.
La parola ai ricercatori
Elisabetta Ferretti, che ha coordinato la ricerca internazionale, ha affermato che l’individuazione di questo biomarcatore funge da grande passo in avanti per il trattamento di questa tipologia di tumori.
Si tratta di tumori che restano silenti per anni, pertanto non danno segni visibili della loro presenza, né provocano dolori specifici. Pertanto, possono progredire lentamente e progredire fino agli stadi più gravi. Pertanto, riuscire a valutare l’aggressività dei gliomi pediatrici permette ai medici di intraprendere le strade migliori per curare i pazienti.
La ricerca in questione è stata pubblicata su pubblicata su Biomarker Research e ha visto la collaborazione anche dei dipartimenti di Medicina sperimentale, di Medicina molecolare e di Scienze radiologiche oncologiche e anatomo-patologiche della Sapienza e l’Irccs Bambino Gesù, nonché dell’Ospedale universitario di Heidelberg, dell’Università di Aix-Marseille, dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma e dell’Irccs Neuromed di Pozzilli.