Una donna in Turchia ha trovato il coraggio di denunciare il suo matrimonio combinato avvenuto quando aveva solo 6 anni.
Plagiata e seviziata quando era bambina, ha accusato l’ex marito e la famiglia di averla costretta al matrimonio forzato. La vicenda ha ravvivato il dibattito sulle sette religiose.
Turchia: sposa a soli 6 anni
Arriva dalla Turchia le terribile storia di una donna di 24 anni di cui non è stata resa nota la vera identità, la quale ha trovato il coraggio di raccontare alla stampa la vicenda che l’ha vista costretta a sposarsi a soli 6 anni.
Torniamo quindi a parlare di abusi su minori a causa di questo terrificante caso, con cui la giovane ha sporto denuncia verso l’ex marito e i familiari per plagio e sevizie.
La donna ha raccontato di essere data in sposa a un uomo di 29 anni, quando lei ne aveva 6. Da quel momento il marito ha cominciato ad abusare sessualmente di lei e anche se i due ora sono divorziati, questa è una storia che non può finire del dimenticatoio, specialmente nella mente della protagonista di questa storia, violata nella sua intimità in tenera età con il consenso dei genitori.
Era il 2020 quando parlò per la prima volta di questa vicenda, denunciando quanti coinvolti e portando alla polizia le fotografie di lei sposa da bambina e le prove degli abusi.
Alle forze dell’ordine è arrivato anche un file audio in cui parla della storia con il marito facendogli alcune domande ma nessuno degli indagati per ora è stato arrestato.
Accusata dai genitori di problemi psicologici che la portavano a dire bugie, la ragazza sta conducendo una nuova vita.
La setta
Dalle indagini sono emersi dettagli davvero agghiaccianti in merito a questo racconto uscito a fatica dalla bocca della vittima, poiché i fatti sono ancora molto dolorosi da accettare.
In particolare è emerso che gli imputati, ovvero i familiari e l’uomo, fanno parte di una confraternita che si chiama “Ismailağa Brotherhood“, dove non è consentito alle ragazze di studiare e ci sono molte restrizioni per le donne.
Possiamo definirla una vera e propria setta religiosa, il cui canale televisivo oscurò nel 2017 le immagini di donne che non indossavano il velo durante un annuncio di servizio pubblico del Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale.
Atti profondamente discriminatori e aperte violazioni dei diritti umani, come quella subita dalla giovane ragazza turca.
Secondo le notizie diffuse dai media locali, il padre della ragazza di cui conosciamo solo le iniziali H.K.G., è Yusuf Ziya Gumusel, fondatore di un’associazione legata a questa confraternita.
In realtà questo caso è venuto alla luce un paio di anni fa ma i giornalisti che se ne occuparono dovranno ora rispondere delle accuse di diffamazione, con alcune persone che addirittura chiedono di avviare le indagini nei loro confronti.
In realtà, Timur Soyak e Murat Agirel diffusero semplicemente le prove reali degli abusi sulla bambina, che ora è una 24enne fuggita dalla sua famiglia, che si è trasferita in un’altra città dove sta cercando di completare gli studi che a causa della confraternita non ha mai potuto portare a termine.
Nel frattempo, la fondazione che segue le orme della confraternita principale, si è detta estranea a questo fatto, dichiarando che non ha nulla a che fare con i membri.
Dopo l’inchiesta die due giornalisti nel 2020, la storia è venuta alla luce di nuovo grazie al loro collega Timur Soykan, che in un programma televisivo locale l’ha commentata in questo modo:
“ci sono molti bambini che vengono indottrinati come la piccola sposa di 6 anni. vogliamo giustizia, nessuno deve vivere più un’esperienza simile”.