Turchia: una donna di 77 e un’altra di 45 anni sono state ritrovate ancora vive sotto le macerie, provocate dalla distruzione del sisma.
Sono state estratte ancora vive, dalle macerie del terremoto che ha colpito la Turchia, due donne, una di 77 anni e l’altra di 45. La signora anziana ha resistito sotto i detriti per giorni, per poi essere stata portata in salvo dai soccorritori che, purtroppo, hanno avuto anche l’arduo conto di fare la conta dei morti.
Turchia, due donne ritrovate vive
Tra le macerie di quel che resta dopo il terremoto che ha colpito sia Turchia che Siria, i soccorritori stanno recuperando anche persone vive, oltre, purtroppo, a tanti cadaveri. Nelle ultime ore, infatti, sono state rintracciate, tra i detriti, due donne, una di 77 e l’altra di 45 anni.
La 77enne è rimasta sotto il cumulo di macere per ben 212 ore, dopo che il sisma si è abbattuto sul territorio della regione sud-orientale di Adõyaman.
La donna di 45 anni, come riferiscono le fonti di informazione locale, è stata rinvenuta a Kahramanmaras, una delle città in cui il sisma ha provocato maggiori danni. La donna si ritrovava sotto le macerie di un palazzo. Anche lei è rimasta per più di 200 ore seppellita viva.
Appello agli aiuti umanitari
Per venire incontro alle “grosse necessità” dei milioni di persone che hanno bisogno di riparo, cibo e cure dopo il terremoto che ha colpito Turchia e Siria, le Nazioni Unite hanno lanciato un appello per le donazioni, mentre il nuovo bilancio delle vittime è ormai vicino ai 40.000 morti.
È stato Antonio Guterres, segretario generale delle Nazioni Unite, a esortare tutti gli Stati membri a fornire quasi 400 milioni di dollari “senza indugio” per garantire “gli aiuti umanitari di cui quasi cinque milioni di siriani hanno un disperato bisogno”. A cominciare da “rifugio, cure mediche, cibo” per tre mesi. Tuttavia, il capo delle Nazioni Unite ha chiarito che presto dovrebbe esserci un appello simile per la Turchia.
“I bisogni sono immensi” e “sappiamo tutti che gli aiuti salvavita non arrivano con la velocità e la portata necessarie“, ha sottolineato il segretario generale.
“Una settimana dopo i devastanti terremoti, milioni di persone in tutta la regione stanno lottando per sopravvivere, senza casa e affrontando temperature gelide“, ha aggiunto, nove giorni dopo il terremoto.
Tuttavia, per la prima volta dal 2020, martedì un convoglio che trasportava aiuti si è diretto verso le aree ribelli nel nord della Siria, attraverso il valico di frontiera di Bab al-Salama con la Turchia. Consisteva in 11 camion dell’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni carichi, tra l’altro, di tende, materassi, coperte e stuoie.