Turchia, Erdogan attacca Siria e Iraq in risposta all’attentato di Istanbul del Pkk

Turchia, questa notte il capo di stato Erdogan ha lanciato un’offensiva aerea e ha bombardato le regioni più a nord della Siria e dell’Iraq. Solitamente le zone sono la base dei terroristi curdi ritenuti responsabili dell’attacco con una bomba nel centro di Istanbul il 13 novembre.

Turchia attacca Siria e Iraq
Raid della Turchia su Siria e Iraq – Nanopress.it

Le forze armate turche hanno attaccato durante la notte sferrando attacchi aerei multipli in zone ritenute il covo dei terroristi del Pkk. Dopo l’attentato in centro a Istanbul, messo in atto con una borsa esplosiva, la donna che lo ha materialmente compiuto è stata arrestata. Ciò che emerge dalle telecamere è chiaro e la Turchia ha dichiarato che la prigioniera curda aveva confessato. Erdogan ha condannato duramente l’atto terroristico e ha poi avvisato che la questione non sarebbe rimasta impunita.

La Turchia risponde all’attentato di Istanbul

Il 13 novembre, appena una settimana fa, la capitale della Turchia, Istanbul, è stata colpita da un attacco terroristico che ha avuto luogo nel centro città. L’attacco è stato messo a segno con una borsa esplosiva e ha provocato la morte di sei persone che si trovavano nelle vie dello shopping di Istanbul.

Dopo le prime verifiche tramite le telecamere posizionate nella zona, è stata individuata una donna che è stata poi arrestata dalle autorità di polizia locali. Dopo un serrato interrogatorio la donna curda ha ammesso di essere stata istruita e addestrata dal partito dei lavori del Kurdistan o Pkk. Le milizie rivoltose armate hanno ripreso gli attacchi gettando nel caos il Paese.

Nonostante il portavoce del Pkk abbia respinto ogni accusa, Ankara è sicura del coinvolgimento del gruppo terroristico. Erdogan, dopo aver manifestato cordoglio alle famiglie dei deceduti, ha chiaramente affermato che l’attentato di Istanbul sarebbe stato punito. Il presidente della Turchia ha avviato diversi raid nella notte su Iraq e Siria.

Erdogan attacca Iraq e Siria

La Turchia ha avviato un’operazione militare in risposta agli attacchi dei terroristi curdi del Pkk e dei loro affiliati Ypg. Si tratta di organizzazioni terroristiche attrezzate militarmente che si sono spesso lanciate in attacchi terroristici rivendicando la propria identità territoriale e l’indipendenza.

Erdogan ritiene che le basi organizzative del Pkk e delle Ypg siano principalmente locate nel nord della Siria e dell’Iraq. Nella notte il capo di stato ha avviato l’operazione militare denominata ‘spada ad artiglio‘ e ha lanciato raid aerei contro edifici ritenuti basi organizzative degli attentatori. Il ministero della Difesa turco ha scritto su Twitter:È arrivata l’ora della resa dei conti” preannunciando l’operazione militare.

Il governo turco ritiene che l’ordine sia partito dalla città di Kobane e ha emesso un comunicato che riporta: “L’operazione viene condotta in conformità con i diritti alla legittima difesa contenuti nell’articolo 51 della Carta delle Nazioni unite e ha il fine di eliminare gli attacchi terroristi del nord dell’Iraq e della Siria, di garantire la sicurezza delle frontiere e di eliminare il terrorismo alla radice”.

Il ministro della Difesa, Hulusi Akar, ha precisato:Il nostro obiettivo è quello di garantire la sicurezza di 85 milioni di cittadini e dei nostri confini e di rispondere a qualsiasi attacco insidioso contro il nostro Paese”. Il politico ha presenziato personalmente agli attacchi aerei dal centro di controllo militare.

Il portavoce delle forze democratiche siriane Farhad Shami ha fatto sapere che: “L’occupazione turca sta prendendo di mira i giornalisti, cercando di coprire i suoi crimini”. L’Osservatorio siriano per i diritti umani rivela che le vittime sarebbero quindici, di cui nove membri delle Forze democratiche siriane e sei militari siriani.

Raid turco a Kobane
Kobane, esiti del raid aereo turco – Nanopress.it

Altre fonti invece riferiscono un bilancio molto più consistente che parla di almeno 45 vittime. Erdogan ha ribadito la necessità di salvaguardare i suoi abitanti da episodi terroristici come quello di Istanbul e che non esisterà a difendersi. 

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