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Erdogan colpisce ancora e continua la sua opera di ‘pulizia’ dopo il fallito tentativo di golpe dello scorso 15 luglio. Circa 8mila membri del personale di sicurezza e oltre 2.346 accademici sono stati sospesi dai loro incarichi. Per far spazio nelle carceri le autorità turche hanno rilasciato 33.838 detenuti per far posto alle migliaia di persone arrestate per presunti legami con il fallito golpe di luglio. Lo ha riferito il ministro della Giustizia, Bekir Bozdag. La sete di vendetta del presidente turco è implacabile.
Dal 15 luglio, Ankara ha rimosso 80mila persone dagli incarichi pubblici e arrestato molti di essi, accusandoli di legami con i golpisti. Dell’ultimo blocco, 323 erano membri della gendarmeria e i restanti della polizia. Anche circa 3.300 membri degli organi giudiziari sono stati rimossi. La Gazzetta ufficiale ha riferito che i giudici e i procuratori in pensione potranno tornare ai loro incarichi, se faranno richiesta nei prossimi due mesi.
Sul fallito golpe e sulle purghe di Erdogan, il Ministro degli Esteri Paolo Gentiloni sostiene che “L’Unione europea deve dare due segnali: il primo di sostegno alla Turchia dopo il tentato golpe, e non ci devono essere equivoci su questo; il secondo l’invito alle autorità turche perché contengano la reazione al colpo di stato, rispettando i diritti fondamentali e lo stato di diritto”.
Intanto il presidente turco ha nuovamente attaccato l’Ue accusandola di aver parzialmente rispettato l’accordo del 18 marzo per la gestione dei migranti. “Il sostegno dato finora è di 183 milioni di euro. E non li hanno dati a noi, ma all’Unicef. Nessun paese può farcela da solo in questa crisi. Purtroppo, le promesse non vengono mantenute”, così Erdogan ha puntato il dito contro l’Ue.
“L’accordo con la Turchia è un pilastro della nostra politica sull’immigrazione, per l’Italia il mantenimento dell’intesa è un aspetto fondamentale”, ha dichiarato il Ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, a Bratislava per la riunione informale con gli omologhi dell’Unione europea. “Siamo impegnati sul migration compact per contenere i flussi migratori, dobbiamo al contempo evitare che s’incrini un altro pilastro della politica migratoria, che è l’intesa con la Turchia”, ha aggiunto il Ministro.
Erdogan è impegnato anche nella sua lotta contro i curdi e contro l’Isis. Il presidente ha annunciato che l’incursione turca nel nord della Siria sta procedendo con successo e un’area di 400 chilometri quadrati è stata ripulita dallo Stato islamico e dalle milizie curde siriane Ypg.