Turchia-Siria, dopo il terremoto adesso è pericolo colera

La Turchia e la Siria sono ancora scosse dal terremoto avvenuto lo scorso 6 febbraio, ma adesso un nuovo problema sembra essere all’orizzonte, quello del colera. A rivelarlo è l’Oxfam, la confederazione internazionale di organizzazioni no profit che si dedicano alla riduzione della povertà globale, attraverso aiuti umanitari e progetti di sviluppo.

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L’organizzazione ha rivelato che centinaia di migliaia di sfollati sono costretti a vivere in ambienti comuni e in condizioni carenti igienico sanitarie, ragione per cui il rischio colera inizia a essere sempre più preoccupante.

Le condizioni degli sfollati in Turchia e Siria

Dopo il terremoto avvenuto lo scorso 6 febbraio, dove tantissime persone hanno perso la vita, adesso è tempo di pensare agli sfollati che sono costretti a vivere in ambienti comuni con scarse condizioni igienico sanitarie.

L’allarme è stato lanciato da Oxofam, segnalando che il caso più critico è stato registrato nella regione di Aleppo, dove oltre 150 persone, tra uomini, donne e bambini, si ritrovano ad avere in comune lo stesso bagno.

Una situazione di sovraffollamento con servizi igienici inadeguati e un sistema idrico in pessime condizioni, motivi per il quale aumenterebbe di gran lunga il rischio di colera nelle popolazioni della Turchia e della Siria, costretti a vivere in centri temporanei allestiti subito dopo il terremoto di magnitudo 7,5 nella notte tra il 5 e il 6 febbraio.

La testimonianza di Oxfam

Il team di Oxfam, la confederazione internazionale di organizzazioni no profit che si dedicano alla riduzione della povertà globale, attraverso aiuti umanitari e progetti di sviluppo, ha raccontato alcune delle tante testimonianze degli sfollati che si trovano costretti a vivere in luoghi con scarse condizioni igienico sanitarie.

“Non c’è né privacy, né dignità, a volte devo aspettare anche una giornata intera per poter usare i servizi igienici”.

Queste le parole di una donna che ha raccontato la situazione dei centri allestiti in città subito dopo il sisma. La responsabile del programma di azione umanitaria di Oxfam Italia, Stefania Morra, ha spiegato come i casi di colera in Siria erano già in aumento prima del terremoto e adesso il rischio è ancora più in alto per chi si ritrova a condividere lo stesso bagno in oltre 150 persone.

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Così come in Siria, anche in Turchia, purtroppo la situazione non è delle migliori. Il team di Oxfam, in collaborazione a una rete di organizzazioni e cooperative femminili, insieme alle autorità pubbliche, stanno cercando di portare nelle tendopoli e nei centri allestiti per gli sfollati beni di prima necessità, cibo, coperte, acqua pulita e kit igienici.

Il loro obiettivo è quello di aiutare oltre 1,4 milioni di persone attraverso la riattivazione delle infrastrutture idriche distrutte dal terremoto e l’aiuto alla ripresa delle attività economiche.

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