Nelle grandi città d’arte si sa, il turismo è la principale fonte di approvvigionamento economico. Ma dall’altro lato bisogna anche fare i conti con il numero di turisti che, talvolta, può diventare eccessivo.
La città di Siena, infatti, è corsa ai ripari ed ha deciso di andare oltre e cercare di educare questo turismo selvaggio. Vediamo in che modo.
Turismo selvaggio e maleducato? Ecco perché è necessario dargli delle regole, regole che potrebbero, perché no, essere attuate in tutte le città d’Italia che soffrono di questo annoso problema. Il tutto è partito da Siena, dove davanti ad un turismo che molto spesso di regole non è ha, è stato visto necessario correre ai ripari.
Si parte da un opuscolo informativo, scritto sia in italiano che in inglese, con un elenco di buone pratiche alle quale attenersi a Siena. È stata l’assessore al decoro urbano del comune toscano a spiegare le regioni e le necessità di questa decisione che è stata presa, in un’intervista al “Corriere della sera”: “Spesso si trovano turisti a consumare pasti sopra i monumenti, dalla Cappella di piazza del Campo, alle scalinate dei palazzi storico e artistici, dei monumenti e delle chiese”.
In fondo, stando a quanto si può capire, è proprio il galateo ed il rispetto per i luoghi nei quali ci si trova e che si sta visitando, a mancare. Ed allora, come dicevamo, diventa quanto più necessario possibile, dare delle regole a chi arriva in città. Più che regole, vengono definiti consigli che possono essere validi non solo per la città di Siena, ma per tutte le città d’arte, per tutti i luoghi verso i quali ci vuole cura e, allo stesso tempo, anche e soprattutto rispetto.
Si parte da elementi base, quali ad esempio la richiesta di utilizzare gli appositi cestini, di usare i bagni pubblici o anche “di non giocare con palloni frisbee, utilizzare pattini, skateboard e altri acceleratori di velocità”. Allo stesso tempo, però, vengono anche suggeriti degli spazi appositi, 12 per la precisione, dove riposarsi un po’, fare anche dell’attività sportiva perché no, ma in tutta calma e comodità, senza arrecare danno agli altri quanto anche ai monumenti.
Luoghi come la Fortezza Medicea, i giardini della Lizza a piazza San Domenico, gli orti degli Orbachi, i giardini Maria Montessori al Tartarugone, solo per indicarne alcuni. Insomma, un vero e proprio decalogo per il rispetto dei luoghi sì, pubblici, ma soprattutto per il decoro urbano, perché la città di Siena continui a esser un patrimonio fruibile anche per le prossime generazioni.
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