Il ddl avanzato dal ministro per gli Affari Regionali Calderoli pare che non faccia altro che rendere più grande la differenza tra Nord e Sud.
Si tratta di un’occasione, per la maggioranza, di mettere in atto una grande organizzazione amministrativa.
Le conseguenze dell’autonomia differenziata
Il divario tra Nord e Sud, secondo i governatori di centrosinistra e le parti sociali, sembra essere di nuovo aumentato.
Tutto questo è dovuto al ddl, proposto dal ministro per gli Affari Regionali Calderoli ed approvato ieri.
Secondo il parere della maggioranza della maggioranza, invece, questa è semplicemente un’occasione per fare in modo che si possa aprire finalmente una forte organizzazione amministrativa.
Il nuovo ddl inerente all’autonomia differenziata è stato approvato dal Consiglio dei Ministri.
Nonostante ciò, sembra che la polemica attorno a questa tematica non voglia placarsi affatto.
Da una parte c’è chi afferma che, attraverso questa riforma, si vada ad aumentare nettamente il divario tra nord e sud, mentre dall’altra c’è chi pensa che non possa fare altro che portare lati positivi.
Con questa riforma, le Regioni potranno gestire 23 diverse materie, alcune delle quali interessano il settore della salute, dei trasporti, delle infrastrutture e della distribuzione dell’energia.
Insomma la legge che il ministro Calderoli ha proposto ha un unico scopo, ossia quello di dare maggiore responsabilità alle regioni in modo da poter gestire determinate materie in totale autonomia.
Non è tutto così semplice, dato che le funzioni non possono essere attribuite liberamente, bensì il tutto è subordinato alla determinazione dei Lep.
Oltretutto vengono presi in considerazione anche i relativi costi standard delle funzioni in questione.
Questi ultimi saranno determinati attraverso un decreto emanato dal Consiglio dei Ministri.
Nel caso in cui, con la determinazione dei Lep, arrivano maggiori oneri che vengono presi a carico dalla finanza pubblica, lo Stato ha la facoltà di trasferire le funzioni alla Regione “solo dopo l’entrata in vigore dei provvedimenti legislativi di stanziamento delle risorse finanziarie coerenti con gli obiettivi programmati di finanza pubblica”.
I pareri esposti a riguardo
Al riguardo sono stati espressi diversi pareri, tra cui quello del governatore della Puglia, Michele Emiliano, il quale ha dichiarato: “Per fare i Lep non basta scriverli, servono 60-70 miliardi di euro da investire per permettere al Sud di essere allo stesso livello del Nord. È un processo lungo, non siamo contro l’autonomia differenziata, siamo contro al farla rapidamente”.
Secondo Emiliano infatti questo meccanismo non garantisce in nessun modo l’equità tra i vari territori italiani: “Su cosa noi potremmo essere d’accordo? Sul fatto che lo Stato fa un progetto decennale di riequilibrio tra Nord e Sud basato su diritti uguali per tutti, che si stabilisce che da una certa data, non immediata, le Regioni una volta equiparate possono chiedere materie supplementari. Nulla, a quel punto, vieta di dare più poteri alle Regioni”.
A seguire, il presidente della Fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta, ha toccato la tematica facendo riferimento soprattutto al settore della sanità, dicendo: “Se facciamo accelerare le Regioni che già oggi stanno avanti è naturale che le diseguaglianze aumenteranno ancora di più e quindi la fuga al Nord dei pazienti non può che crescere”.
Ma cosa prevede la misura? La legge approvata mette a disposizione delle risorse per poter promuovere lo sviluppo economico, della solidarietà e della coesione sociale.
Lo Stato, infatti, promuove l’esercizio effettivo dei diritti civili e sociali, anche per le Regioni che non riescono a trovare intesa.