Silvio Berlusconi lascia la sua eredità ai figli per il 66%. Le divisioni tra Pier Silvio, Marina, Barbara, Eleonora e Luigi e le quote Fininvest: occhi puntati su Mfe, Mondadori e Mediolanum: cosa spetterà a Marta Fascina?
Quello che i figli andranno a spartirsi sarà un vero e proprio impero. Silvio Berlusconi sceglie la via testamentaria, e non avendo un coniuge 1/3 del patrimonio è stato destinato a piacimento dal cavaliere, che avrebbe potuto includere alcuni amici, più verosimilmente la compagna Marta Fascina. Il patrimonio, secondo le stime di Forbes si aggira sui 6,4 miliardi di dollari, ma gli occhi sono puntati sul 61,2% delle quote di Fininvest che vanno a inserirsi su quelle del Mfe, di Mondadori e di Mediolanum.
Silvio Berlusconi ha scelto prima di andarsene la via del testamento. Nei prossimi gironi si procederà all’apertura da parte del notaio Arrigo Roveda, attesissima sembra proprio il caso di dirlo. Gli occhi del mondo saranno sullo studio Rlcd di Milano, in via Mario Pagano, quando si leggerà agli eredi quali saranno le somme messe a disposizione dal padre per un patrimonio che si stima (secondo Forbes) tra i 4 e i 6,4 miliardi di dollari.
L’eredità politica del presidente è adesso all’attenzione di tutti, così come quella della sua società di calcio, il Monza – che dovrebbe andare al magnate greco Marinakis – ma è il testamento adesso a creare incognite. Più che altro la ripartizione.
Il valore preciso però, considerano il complessivo asse ereditario, non è così facile da calcolare come sembra. Bisognerà definire intanto la data del decesso come punto di riferimento per assegnare il valore ai fini delle dichiraiozni fiscali, poi ci saranno da calcolare i rapporti tra i vari eredi, che sono appunto i figli, almeno per i 2/3.
Non sarà facile nemmeno prevedere quali decisioni ha preso Silvio Berlusconi sugli amici, sulla compagna, sui manager, famiglia a parte. Le valutazioni del patrimonio influiranno, le imposte poi potranno pesare dal 4 all’8%. Ovviamente il cavaliere quando era al governo aveva abbassato le imposte di successione – in Francia, Spagna e Regno Unito, così come in Germania si arriva fino al 40%.
Tornando al calcolo per i valori di mercato, si prenderà in considerazione la data del decesso. Ricordiamo che Fininvest, la holding di famiglia, non è quotata in borsa. Anche se tra le partecipazioni ci sono società sì quotate, come Mfe (Media For Europe), Mediolanum e Mondadori e altre ancora non quotate come il Teatro Manzoni e l’immobiliare Dolcedrago.
Più complesso il discorso delle ripartizioni. I cinque figli, Luigi, Pier Silvio, Marina, Barbara ed Eleonora, riceveranno i due terzi del patrimonio ma non avendo coniugi il cavaliere ha avuto libera scelta di nominare altri eredi per una bella fetta che corrisponde ad 1/3 dell’interno patrimonio. In pole position ci sono nomi di tutto rispetto, vicinissimi alla famiglia Berlusconi, tra amici e la compagna, Marta Fascina. Si tratta di Adriano Galliani, o magari di Fedele Confalonieri, così come Marcello Dell’Utri. Al momento rimangono solo supposizioni. Quel che è certo è che l’assegnazione avrà effetti molti importanti sul controllo delle società che Silvio Berlusconi lascia in eredità.
E per Mfe, Mondadori, Mediolanum, le cifre sono astronomiche. Si parla del 50% di Mfe – la quota posseduta dal cavaliere e da Fininvest – che vale 850 milioni. E ancora, il 53% di Mondadori che ammonta a 264 milioni e il 30% di Mediolanum, ben 1,85 miliardi.
Come noto il cavaliere possedeva il 61,2% delle azioni di Fininvest, ma il resto del capitale era già stato distribuito ai figli. Nel dettaglio, il 7,65% era toccato a Marina – che è nel cda – e a Pier Silvio – che invece è amministratore delegato. Poi il 21% agli altri figli, Barbara, Luigi ed Eleonora. Dunque la situazione dei diritti di voti è in equilibrio. Del resto a Berlusconi era sempre stata a cuore la conduzione familiare e l’unità di intenti tra i figli.
Marina però, che presiede la Fininvest guida anche Mondadori, mentre Pier Silvio è il ceo anche di Mfe. I rimanenti non occupano invece alcuna posizione nelle altre aziende. Dunque non ci sarebbe alcuno scandalo se a Marina e Pier Silvio dovessero toccare le quote di Mondadori e Mfe – 560 milioni a testa – e Mediolanum andasse a Barbara, Luigi ed Eleonora.
Questo scenario però, anche se logico, vorrebbe dire scissione in casa Fininvest, e questo non sarebbe certo piaciuto al cavaliere. Del resto una soluzione andrà trovata, anche se rimangono altri beni da spartirsi. Ad esempio Villa Certosa, l’amatissima residenza estiva di Berlusconi, il cui valore si aggira intorno ai 250 milioni anche se quello di mercato potrebbe toccare addirittura i 500 milioni. Le sorti della famiglia Berlusconi attirano l’attenzione di tutto il mondo, tanto da portare nella giornata di ieri la nota rivista CharlieHebdo a dedicare alla questione la sua iconica vignetta in prima pagina. Ma bisognerà attendere fino alla lettura del testamento, per capire le sorti di tutte le società e dello sconfinato impero che ha lasciato Silvio Berlusconi dopo la sua morte.
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