Gigi Buffon ha indossato di nuovo il mantello di Superman, con quattro parate mostruose ieri in Champions League. La Juventus, contro il Lione, ha così resistito anche in dieci, fino al lampo di Juan Cuadrado che ha regalato ai bianconeri una vittoria fondamentale. Nella sua storia ormai lunghissima, SuperGigi ha regalato spesso e volentieri ai tifosi sorrisi e sospiri di sollievo, andando a prendere anche l’impossibile. Abbiamo scelto cinque miracoli del capitano, con la maglia del Parma, della Juventus e della Nazionale.
Parma-Inter (1997)
Un giovanissimo Gigi Buffon dice di no allo svizzero Ciriaco Sforza, che veste la maglia dell’Inter. Il centrocampista conclude da distanza ravvicinata, il numero uno del Parma è strepitoso, prendendosi poi i complimenti del compagno di squadra Bravo.
Cagliari-Juventus (2007)
Dopo essere sceso in B con la Juventus, Buffon difende i pali di nuovo in serie A. E lo fa in maniera egregia nella trasferta di Cagliari. E’ un autentico siluro quello che gli lancia contro Bianco, ma SuperGigi è insuperabile. E riesce ad arrivarci con le sue manone.
Werder Brema-Juventus (2006)
Sembra fatta per il difensore del Werder Brema Fahrenhorst. La capocciata da dentro l’area è di quelle letali per ogni portiere, ma non per quello della Juventus. I compagni, ancora una volta, lo ringraziano perché il numero uno è in serata di grazia.
Italia-Francia (2006)
Colpo di testa di Zinedine Zidane nella finale mondiale del 2006, in Germania: Buffon ci arriva e mura la zuccata. Lasciando l’Italia in partita e permettendole poi di pareggiare con l’altro colpo di testa di Materazzi. Alla fine di quella rassegna iridata, SuperGigi verrà nominato miglior portiere della competizione e nel Pallone d’oro arriverà secondo.
Lione-Juventus (2016)
[veedioplatform code=”19a1cb7b659a5b93c7ea7af9c4f42278″]
Cronaca recente. Non solo il rigore su Lacazette, ma anche una parata assolutamente non umana, nel secondo tempo, sull’attaccante Fekir. Persino il portiere avversario, distante un centinaio di metri, applaude stupito la prodezza del collega e avversario.