Sono tanti i guai giudiziari per Denis Verdini, coinvolto in diversi processi, alcuni dei quali culminati in condanne. L’ultima, per il senatore di Ala, è arrivata il 2 marzo, quando il Tribunale di Firenze lo ha riconosciuto colpevole per il crac del Credito Cooperativo Fiorentino, di cui è stato presidente dal 1990 al 2010, e per questo lo ha condannato a 9 anni di reclusione. Verdini, per cui i pm avevano chiesto 11 anni, è stato ritenuto colpevole di bancarotta (7 anni di pena) e truffa ai danni dello Stato per il finanziamento illecito di alcune società (2 anni). Non è stata invece riconosciuta, né per lui né per gli altri 33 imputati, l’associazione a delinquere.
Per Verdini, che nel luglio 2014 si era alleato con Matteo Renzi dopo aver lasciato Forza Italia, risultando più volte decisivo per la tenuta di quel governo, è stata inoltre disposta l’interdizione perpetua dai pubblici uffici. Una decina le vicende giudiziarie in cui è stato coinvolto (finora) Verdini. La prima volta che ha dovuto fare i conti con la giustizia ne è uscito pulito. Era il luglio del 2001 quando è stato rinviato a giudizio con l’accusa di violenza sessuale: una donna aveva raccontato di essere stata da lui aggredita all’interno del Credito Cooperativo Fiorentino di Campi Bisenzio. Il 22 novembre del 2002, dopo il processo, è stato assolto con formula piena dall’accusa: «Il fatto non sussiste», sancì il giudice.
Nel 2010 è stato indagato dalla Procura di Firenze per concorso in corruzione nella vicenda del G8 della Maddalena, sede in cui si sarebbe dovuto tenere il G8, alla fine spostato a L’Aquila. Pochi mesi dopo è scoppiato il caso della P3: Verdini è stato accusato, insieme all’ex senatore Marcello Dell’Utri, di corruzione, illecito finanziamento e abuso d’ufficio. Al centro della vicenda una serie di appalti irregolari con al centro una presunta società segreta formata, tra gli altri, da Verdini, Dell’Utri e dall’imprenditore e faccendiere Flavio Carboni, definita dal leader dell’Italia dei Valori Antonio Di Pietro una «nuova loggia massonica» come la P2. Il caso ha portato alle dimissioni di Verdini da presidente e consigliere del consiglio di amministrazione del Credito Cooperativo Fiorentino: «Su di me scatenata una tempesta mediatica e queste accuse rischiano di gettare ombra sulla banca». Il 5 novembre 2014 Denis Verdini è stato rinviato a giudizio per corruzione, il processo è cominciato il 5 febbraio 2015.
Nel dicembre 2012 Verdini è stato rinviato a giudizio con l’accusa di finanziamento illecito nel processo per la compravendita di una palazzina in via della Stamperia a Roma. C’è poi il caso della Toscana Edizioni: il 25 novembre 2014 Verdini ha ricevuto un avviso di garanzia, sempre dalla procura di Firenze, con l’accusa di bancarotta fraudolenta riguardo al fallimento della Società Toscana Edizioni, debitoria nei confronti del Credito Fiorentino dello stesso senatore. Questo processo è legato sia a quello sulla P3, sia a quello del Credito Fiorentino.
E arriviamo così al marzo 2016, quando Verdini è stato condannato a due anni per concorso in corruzione, con pena sospesa, per la vicenda degli appalti per la Scuola Marescialli di Firenze. Il senatore è stato invece assolto dall’accusa di tentato abuso d’ufficio nella vicenda della ricostruzione dell’Aquila dopo il terremoto.
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