Sarà Gil, la garanzia per l’inclusione, a prendere il posto del reddito di cittadinanza.
Una misura che vedrà una platea molto più ristretta insieme ad importi più bassi. Ecco tutto quello che c’è da sapere sull’argomento.
In cosa consisterà Gil
Durante le prime settimane del 2024, il reddito di cittadinanza verrà eliminato per far posto alla garanzia per l’inclusione, Gil, a cui si affiancherà anche la garanzia di attivazione lavorativa per tutti coloro che risultano essere occupabili. Quella che però ricorda molto il reddito di cittadinanza è la garanzia per l’inclusione. La Gil infatti somiglia ad un tipo di indennità di disoccupazione in quanto potrà essere sfruttata da un singolo individuo e non più dal nucleo familiare intero.
Quindi, la maggior parte di coloro che attualmente beneficiano del reddito di cittadinanza, dal 2024 potranno utilizzare la garanzia per l’inclusione. Questo è un argomento su cui ha discusso anche il decreto lavoro il quale giungerà nel Consiglio dei Ministri entro e non oltre la fine del mese di aprile. In questa occasione verrà realizzata una riforma del reddito di cittadinanza in cui si andranno a ridurre gli importi insieme alla platea.
Ecco una guida completa sulla garanzia per l’inclusione, ossia tutti quei dettagli che attualmente sono presenti in bozza e che ancora non sono stati approvati definitivamente.
Partiamo con lo spiegare che cos’è la garanzia per l’inclusione. Stiamo facendo riferimento ad una misura nazionale il cui scopo è quello di contrastare la povertà insieme all’esclusione sociale delle fasce deboli utilizzando dei percorsi di inserimento sociale insieme a percorsi di formazione. Sono queste le parole che nel decreto lavoro vengono utilizzate per descrivere la garanzia per l’inclusione.
Tutte le informazioni dai requisiti fino alla modalità di pagamento
La garanzia per l’inclusione potrà essere utilizzata da tutti quei nuclei familiari al cui interno è presente:
- almeno un componente con disabilità;
- un componente a cui è stato riconosciuta una patologia e che quindi gli permette di ottenere un assegno per l’invalidità;
- un minorenne;
- un uomo o una donna che abbiano superato i 60 anni.
Sono presenti poi altri requisiti da rispettare, ossia:
- essere residenti in Italia da almeno cinque anni;
- avere un Isee che non superi i 7.200 euro;
- avere un reddito familiare che non va oltre i 6.000 euro;
- avere un patrimonio immobiliare che non va oltre 30.000 euro;
- avere un patrimonio mobiliare che non va oltre i 6.000 euro, una cifra che può essere aumentata di 2.000 euro per ogni componente presente all’interno del nucleo familiare;
- non possedere un autoveicolo che abbia una cilindrata superiore a 1600 cv oppure motoveicolo che abbia una cilindrata superiore a 250 cv e che per la prima volta è stato immatricolato 36 mesi prima della richiesta.
Inoltre, proprio come il reddito di cittadinanza, anche la garanzia per l’inclusione non può essere data a coloro che durante i 12 mesi precedenti hanno rassegnato le proprie dimissioni.
Passiamo poi agli importi. La garanzia per l’inclusione non è altro che un’integrazione al reddito familiare che parte da una base di 6.000 euro e che viene moltiplicato poi per il parametro di scala di equivalenza che si calcola come segue: con una soglia base uguale a 1, si arriva poi ad uno 0,4 per ogni componente che ha raggiunto una maggiore età che risulta essere con carichi di 1 insieme ad ogni componente che ha superato i 60 anni o che abbia disabilità o che gli sia rigustata riconosciuta di invalidità civile temporanea. Un valore a cui si aggiunge 0,15 per ogni bambino che non ha compiuto 3 anni e 0,10 per altri figli maggiorenni.
Facciamo quindi un esempio pratico. Nel caso in cui si parla di una famiglia formata da due genitori e due figli minorenni, uno dei quali a 2 anni e l’altro ne ha 5, il parametro di scala sarà uguale a 1,65. In questo caso, il reddito familiare integrato sarà di 9.900 euro l’anno con un totale di 825 euro al mese. E quindi, se questa famiglia ha un reddito di 400 euro al mese, ciò che otterrà sarà un’integrazione di altri 425 euro al mese. Inoltre è molto importante sottolineare che per calcolare il reddito familiare non si tiene presente l’assegno unico il quale potrà essere cumulabile con la garanzia per l’inclusione.
Oltre a parlare di integrazione al reddito familiare è presente anche un rimborso per il canone annuo pari a 280 euro al mese per un totale di 3.360 euro all’anno proprio come prevedeva anche il reddito di cittadinanza. La garanzia per l’inclusione verrà data all’inizio per 18 mesi e, dopo un mese di sospensione, potrà essere rinnovata per altri 12 mesi fino a quando si avranno tutti i requisiti.
Il beneficio in questione verrà erogato sulla carta di inclusione che potrà essere usato attraverso le stesse modalità della Carta acquisti. Infatti, sembra che l’elenco dei beni acquistabili venga ridotto in quando la carta di inclusione potrà essere usata soltanto nei negozi alimentari, nei supermercati, nelle farmacie e nelle parafarmacie. Inoltre i benefici in questione potrà essere sfruttato anche per il pagamento di bollette di luce e gas. La carta di inclusione darà la possibilità ai beneficiari anche di procedere con dei prelievi in contanti pari a 100 euro per ogni individuo, cifra che sarà poi moltiplicata per la scala di equivalenza. Inoltre si potrà anche effettuare il bonifico mensile per il pagamento del contratto di locazione.
Gli obblighi da tenere a mente
La domanda dovrà essere inviata in via telematica all’INPS. Prima di procedere è importante che il richiedente venga messo al corrente di tutti gli obblighi di cui si parla all’interno del sistema informativo per l’inclusione sociale e lavorativa. Dopo la richiesta, il beneficiari verranno convocati dai servizi sociali che dovranno procedere ad una valutazione multidimensionale del nucleo andando così a scoprire se al suo interno ci sono meno delle persone che possono essere inserite nel centro per l’impiego per poter partecipare alle iniziative di politica attiva.
In seguito, presso il CPI di riferimento si dovrà sottoscrivere il patto di servizio personalizzato da cui nascono diversi obblighi. Uno di questi riguarda il fatto che si debba accettare obbligatoriamente qualsiasi offerta di lavoro in cui sono presenti le seguenti condizioni un rapporto di in cui sono presenti le seguenti condizioni:
- un rapporto di lavoro a tempo indeterminato oppure determinato ma che non duri meno di un mese;
- un rapporto di lavoro a tempo pieno o a tempo parziale ma che non sia inferiore al 60% degli orari a tempo pieno;
- una retribuzione che non sia inferiore ai minimi salariali.
Fino ad ora non si fa riferimento alla distanza della sede di lavoro. In poche parole, coloro che percepiscono la garanzia per l’inclusione, saranno costretti ad accettare un lavoro in qualsiasi zona d’Italia. Nel caso in cui il beneficiario rifiuterà, la garanzia per l’inclusione decadrà immediatamente.
Quali sono i soggetti che però sono esclusi dagli obblighi appena citati? Sono queste delle regole che vanno ad applicarsi a tutti i componenti del nucleo che hanno superato la maggiore età insieme a minorenni che hanno completato l’obbligo di istruzione e formazione e che non sono già stati occupati e non frequentano nessun nel corso di studio. Inoltre, i componenti con disabilità, hanno la possibilità di richiedere volontariamente di prendere parte ad un percorso personalizzato di accompagnamento così che possano essere inseriti nel mondo lavorativo.
In poche parole gli obblighi in questione non verranno applicati ai componenti over 60, a coloro che hanno disabilità o che sono affetti da patologia oncologica insieme a coloro che frequentano dei regolari corsi di studio. Inoltre possono essere esonerati dagli obblighi anche i componenti un carico di cura, ossia coloro che si prendono cura di un bambino che ha un’età inferiore a 3 anni o di componenti del nucleo familiare a cui è stato diagnosticata una disabilità grave o che non risultano essere autosufficienti.
Anche per la garanzia per l’inclusione non mancano delle sanzioni. Infatti, coloro che dichiarano il falso oppure non inseriscono tutte le informazioni necessarie con il solo scopo di ottenere il beneficio, verranno puniti attraverso la reclusione da due a 6 anni. Inoltre, nel caso in cui non viene comunicata la presenza di variazione di reddito o di patrimonio, la pena che si può ottenere è quella di una reclusione da 1 a 3 anni.
Inoltre chi non rispetta le regole dovrà obbligatoriamente restituire gli importi oltre al fatto che non potranno presentare una nuova domanda durante i prossimi 10 anni. Inoltre, la garanzia per l’inclusione decadrà anche nel momento in cui:
- un componente del nucleo familiare non si presenta ai servizi sociali;
- non sottoscrive il patto per l’inclusione;
- non prende parte all’iniziativa e formative o di riqualificazione;
- non rispetta gli impegni concordati con i servizi sociali;
- comunica il falso creando così un beneficio economico più alto;
- viene beccato a svolgere del lavoro in nero.
Nel momento in cui l’assegno viene revocato, un altro componente della stessa famiglia potrei effettuare una richiesta a patto che prima siano trascorsi sei mesi dalla decadenza.