Pistole e Diet Coke sul comodino: erano un messaggio subliminale? il miliardario irriverente accusa adesso la retromarcia dell’azienda di Cupertino, che pare voglia uscire da Twitter. È una battaglia per la libertà di espressione o una battaglia tout court?
Ogni giorno che passa Twitter sembra sempre di più assolvere alla funzione primaria di media mainstream di Elon Musk. È l’uomo più ricco del mondo a far notizia e a produrre notizie attraverso il social che lui stesso ha acquistato per 44 miliardi di dollari, ovvero una buona parte della sua fortuna.
Guns ‘n Diet Coke
Ma Elon è cosi, si mette in gioco e mette in gioco quello che possiede in un loop continuo di successi (economici) e insuccessi. Sul suo profilo Twitter in questi giorni è apparsa una foto: c’è il comodino di Elon con sopra appoggiate un paio di pistole, quattro lattine di Coca-cola light, e c’è anche un monile buddista tibetano, che dovrebbe essere un Vajra Dorje. Così per stemperare l’effetto “guerra e pace” e i sogni del miliardario non proprio coadiuvati dalla melatonina se diamo per vero che dorme due ore a notte.
L’arma in primo piano è una Diamond Back.357 alla quale è stato tolto il grilletto. La pistola è stata già vista nel video game “Deus Ex: Human Revolution”. L’altra arma nella foto è una replica della pistola a pietra-focaia di George Washington. L’arma è custodita all’interno di un cofanetto dedicato, sul quale è impresso un disegno del primo presidente americano intento a guadare il fiume Delaware. Elon Musk commenta con ironia il suo tweet: “Greetings, I’m Musket, Elon Musket”, che in sostanza per i non anglofoni significa “Saluti, sono Musket, Elon Musket”.
Tutto succede in un Paese, dove in onore del secondo emendamento si uccide e si lascia uccidere. Il moschettiere Musk si è schierato a favore dei “background control” per chi acquista armi, a inizio di quest’anno quando Biden li favorì firmando una legge storica. Ma l’idea venuta a Musk di condividere contenuti con armi da fuoco non è proprio un qualcosa da sani di mente. L’imprenditore di origini sudafricane, con il suo tweet è stato in grado di calamitare qualcosa come 834mila like, ovvero all’incirca il numero degli abitanti di Torino tutta intera.
Secondo il centro Pew Research negli Stati Uniti durante il 2020 si è raggiunto il picco delle morti per arma da fuoco: in totale sarebbero decedute 45.222 persone per omicidi, suicidi, proiettili vaganti, operazioni di polizia e cause sconosciute.
La risposta delle associazioni che si battono contro le armi non è tardata ad arrivare. E sono state numerose le reazioni al tweet guerrafondaio di Musk, incluse quelle di parenti e genitori delle vittime per arma da fuoco nelle sparatorie.
Con il tweet di Musk la cultura delle armi è servita. Sembra un’ulteriore operazione di marketing che fa seguito ai numerosi casi di messaggi subliminali, più o meno celati, che compaiono sempre e comunque su social, film e serie tv. Un esempio? Stranger Things. La fiction forse più riuscita di Netflix è colma zeppa di riferimenti alla violenza armata. I giovanetti del mondo capovolto fanno incetta nei negozi di armi e nelle scene spuntano con facilità fucili d’assalto, lanciarazzi, dinamite e altri simpatici ninnoli bellici a non finire. Stranger Things è ricco di questo tipo di riferimenti, inclusi quelli alla capacità di un individuo ad armarsi o di crearsi un’arma, ciò nonostante l’aurea da produzione eccellente per i giovani.
Il tweet del comodino di Musk è una sorgente di simbologie e significati ulteriori. Le lattine di Diet Coke suscitano ulteriormente l’irriverenza del miliardario: “La prossima volta mi compro Coca-Cola per metterci la cocaina dentro”, scrive sul social l’imprenditore riferendosi alla storia che vorrebbe la pericolosissima sostanza stupefacente come ingrediente della ricetta utilizzata nella bevanda iconica.
La comunicazione di Musk, in sostanza, si avvicina con facilità a quella di un troll complottista, che si inserisce in ogni conversazione con sapienza attraverso il suo social dove, come e quando vuole. La notizia della Cnn di oggi spiega che Twitter non contrasterà più le fake news sul Covid: “A partire dal 23 novembre 2022, Twitter non applicherà più la politica sulle informazioni fuorvianti del COVID-19“, si legge fra le policy del social. Di più: ieri Musk ha condiviso su Twitter un titolo falso della Cnn. La Cnn glielo fa notare e lui risponde attraverso un altro tweet con caratteri onomatopeici del tipo: “Lmaoooo”, come farebbe un adolescente. Era voluto o non voluto? Non è chiaro, ma una provocazione lo era di certo.
Bloomberg lancia un altro allarme. Fra gli investitori di Twitter, spiega la nota testata economico-finanziaria, ci sono anche dittatori e dittature come il principe Mohammad bin Salman Al Sa’ud e il Qatar. Nascono perciò nell’opinione pubblica questioni “etiche” sull’utilizzo del Social di Musk da parte di aziende e persone. E’ giusto finanziarie fake news, parole odio, dittature e armi? L’Esg chiede riscontro anche di questo.
La mela avvelenata
Il campo, poi, si apre sulle tematiche legate alle libertà di opinione e espressione. Ieri Apple ha cancellato tutti i suoi tweet dal suo profilo Twitter. L’azienda di Cupertino pare inoltre che voglia rimuovere l’app di Twitter dal suo App store, e la pubblicità sul social, inoltre, è già stata ridotta. Musk è inferocito, twitta: “Cosa succede qui Tim Cook?”, citando l’account del Ceo di Apple. E ancora Musk: “Apple ha praticamente smesso di fare pubblicità su Twitter. Odiano la libertà di espressione in America?” (è un tweet da oltre mezzo milione di like). Apple non ha risposto alle accuse del miliardario su Twitter, ma intervistato a Cbs Morning, Cook di recente aveva detto: “Non credo che nessuno voglia l’incitamento all’odio sulla propria piattaforma, quindi conto su di loro per continuare a farlo“. E i precedenti ci sono stati. Il social Parler, noto per contenuti “free speech” ma anche violenti, razzisti e guerrafondai, venne bloccato nell’App store dell’azienda di Cupertino, proprio dopo le rivolte al Campidoglio per la mancata rielezione di Trump. La deriva conservatrice, disobbediente e sbarazzina di Musk, non pare terminare con tanta facilità. “Spero certamente che non si arrivi a questo, ma, sì, se non c’è altra scelta, farò un telefono alternativo“, ha scritto Elon Musk sul suo social, replicando a un’ipotesi di esclusione dall’App Store di Apple.