Elon Musk ha apportato tanti cambiamenti strutturali a Twitter: dai licenziamenti di massa agli abbonamenti, tutte le novità introdotte dal multimiliardario.
Dalla sua acquisizione da parte del miliardario, il social network ha dovuto far fronte sia a massicci licenziamenti che alla fuga degli inserzionisti. Elon Musk ha annunciato giovedì ai dipendenti che la società era a rischio fallimento. Ma cosa è successo dall’acquisizione da parte del multimiliardario?
“Mi piace quando le persone si lamentano di Twitter… su Twitter”. Se Elon Musk, in un tweet con esilaranti emoji pubblicato il 10 novembre, sembra voler scherzare e ridere, l’azienda, di cui ha preso il controllo il 27 ottobre, è infatti precipitata in un caos gigantesco.
In appena due settimane, Twitter ha già sperimentato un massiccio piano di licenziamenti che ha colpito circa la metà dei dipendenti, le dimissioni della maggior parte dei suoi dirigenti e responsabili di reparto, il lancio catastrofico di nuove funzionalità e la fuga della maggior parte dei suoi inserzionisti.
È stato, però, giovedì che la tempesta ha raggiunto l’apice, durante la prima discussione di Mr. Musk con tutti i restanti dipendenti: arrivato con un quarto d’ora di ritardo e con cattive notizie, il nuovo capo del social network ha annunciato che “non è impossibile che [ Twitter] andrà in bancarotta“. Solo due settimane dopo aver pagato più di 44 miliardi di dollari (42,6 miliardi di euro) per prenderne il controllo.
La situazione economica della società è, infatti, molto incerta. Ventiquattro ore prima, Musk ha presenziato a un altro incontro online con il capo della sicurezza Yoel Roth e il vicepresidente delle vendite, Robin Wheeler, a cui sono stati invitati tutti i principali inserzionisti.
Quasi tutte le principali aziende statunitensi hanno tagliato i loro investimenti pubblicitari sulla piattaforma, a volte molto pubblicamente, ritenendo che i piani del miliardario di limitare la moderazione sul social costituissero un rischio di immagine per loro se i loro prodotti fossero mostrati accanto a messaggi violenti o estremisti.
Tuttavia, Twitter è, molto più di Meta o Google, molto dipendente da questi “grandi account“, non essendo mai riuscito a sviluppare un’offerta pubblicitaria significativa per le aziende più piccole.
Dopo aver minacciato questi inserzionisti di “nominarli e umiliarli” pubblicamente, sottintendendo che si trattava di un attacco concertato e politico, Musk ha spiegato, in dettaglio, come concepiva i nuovi servizi che stava implementando e come avrebbero reso la pubblicità su Twitter più attraente.
Meno di ventiquattr’ore dopo, però, non era rimasto molto: Yoel Roth, percepito come uno dei pochi dirigenti dell’azienda molto favorevoli a Musk, ha annunciato le proprie dimissioni. La piattaforma stava, dunque, vivendo un’ondata di creazione di account falsi di grandi aziende.
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