Twitter ha sospeso i profili di vari giornalisti che hanno parlato della sospensione dell’account che seguiva gli spostamenti di Elon Musk.
Anche se Elon Musk parla di libertà di espressione, le sue azioni non rispecchiano il suo osannato pensiero. Twitter, infatti, ha sospeso gli account di giornalisti che hanno parlato del miliardario e, in particolare, della decisione di sospendere l’account che riportava i suoi spostamenti in jet privato.
Twitter ha sospeso gli account di diversi giornalisti americani, i quali avevano scritto, nei propri articoli, della decisione di Elon Musk di sospendere l’account che seguiva i suoi spostamenti in jet privato.
Nello specifico, i profili bloccati sono quelli appartenenti al giornalista del New York Times, Ryan Mac, quello di Drew Harwell del Washington Post, ai quali si aggiungono quelli di Matt Binder di Mashable, del reporter della CNN, Donie O’Sullivan, di Micah Lee di The Intercept, del commentatore politico Keith Olbermann, del giornalista indipendente Aaron Rupar e del giornalista freelance Tony Webster.
La sospensione degli account dovrebbe durare sette giorni, secondo quanto comunicato da Musk a Rebecca Mansour di Breitbart. Il miliardario, inoltre, ha precisato che il blocco dell’account che seguiva i suoi spostamenti era doveroso, in quanto avrebbe potuto “mettere in pericolo la sua famiglia“.
Mediante una modifica retroattiva della politica di moderazione dei contenuti di Twitter, Musk ha dichiarato che qualsiasi pubblicazione di dati sulla posizione in tempo reale sarebbe stata trattata come una forma di doxxing e avrebbe comportato la sospensione dell’account.
Come affermato da Binder, in una intervista a Rolling Stone, per quel che gli riguarda ha condiviso solo uno screenshot della polizia di Los Angeles riguardo il caso di Jack Sweeney. E, per questo, sarebbe stato sospeso dalla piattaforma, anche se non ha condiviso dati sensibili.
Il Times ha criticato la decisione di Musk, affermando che la sospensione degli account è “discutibile“, secondo quanto dichiarato da Charlie Stadtlander, direttore delle comunicazioni esterne del giornale in una dichiarazione fornita a Rolling Stone.
Stadtlander ha sottolineato il fatto che né il giornale, né lo stesso Ryan abbiano avuto delle spiegazioni valide per le quali è stata attuata la sospensione degli account.
E aggiunge che ci si augura che i profili dei giornalisti, al momento sospesi dalla piattaforma di microblogging, possano essere ripristinati quanto prima e di ottenere una spiegazione in merito alla motivazione che ha spinto Elon Musk ad agire in questo modo.
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