Twitter inizia a eliminare le spunte blu dai profili verificati: mantenute solo agli utenti abbonati di Blue.
Gli utenti che avevano avuto la spunta blu sul profilo Twitter non potranno più avere l’autenticazione di profilo verificato dopo le nuove decisioni del social di Elon Musk. La scorsa settimana l’azienda ha iniziato ad eliminare dalle pagine la spunta, a meno che l’account non sia abbonato a Blue, il servizio a pagamento.
Twitter inizia ad eliminare la spunta blu dai profili. La scelta del social, dopo l’acquisizione di Elon Musk dello scorso ottobre, è quella di cambiare i criteri per ottenere il verificato. Ma andiamo con ordine. La spunta blu è il simbolo che spesso si incontra nei profili di influencer, giornalisti o personaggi famosi.
Serve a determinare in sostanza che il profilo sia legittimo, serve al pubblico a sapere cosa ci si trova davanti – non certo un dettaglio nel marasma dei social dove tante pagine anche in buona fede come le fanpage ricreano profili di personaggi noti al grande pubblico.
Una necessità quando si parla di furto di identità o danni all’immagine di persone costantemente esposte su internet e sul web, una sicurezza soprattutto nel mondo dell’informazione se si pensa al giornalismo, alle pagine delle testate, ma anche ai professionisti della comunicazione. Insomma, una garanzia, che adesso non ci sarà più probabilmente. La motivazione? Il vil denaro.
Facebook e Instagram, del gruppo Meta, avevano introdotto le spunte dopo una verifica del conto da parte, come già accennato, dei profili in vista o di personaggi noti o utenti che hanno superato un determinato numero di follower.
Dallo scorso giovedì hanno già perso la tanto ambita – ma anche utile – spunta profili come quello del Papa, Donald Trump, Kim Kardashian, Beyoncé e il fondatore di Twitter Jack Dorsey.
Ambita, appunto. La bramosia degli utenti per la spunta blu come vezzo, come status, più che come strumento di verifica, è stata sfrutta per fini di monetizzazione. Twitter ha voluto cambiare i criteri con cui si ottiene il profilo verificato introducendo Blue, l’abbonamento che costa 84 dollari annui che permette alcune funzionalità in più rispetto alla versione base, ma soprattutto l’accesso alla spunta. Tweet più lunghi, annunci personalizzati, meno inserzioni, tra le altre funzioni.
Una politica che sembra fare acqua da tutte le parti. Se basterà pagare per essere verificati infatti, nulla vieta ai malintenzionati di sborsare 8 euro al mese (il costo dell’abbonamento) per creare un profilo con falso nome e ricevere la spunta blu. Tradotto, questa rischia di non avere più alcuna garanzia in futuro: il tutto a discapito degli utenti, il tutto finalizzato al guadagno.
Inutile aggiunger quanto, soprattutto oltre oceano, sia diventato importante per la comunicazione – anche politica – il social creato nel 2007 in California, ma che adesso rischia di diventare ancora di più un’autostrada per la disinformazione.
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