Nel linguaggio corrente è una delle frasi latine più gettonate: ma ubi maior minor cessat cosa significa esattamente e, soprattutto, quand’è che si usa in modo appropriato? Sebbene l’origine sia piuttosto incerta, la traduzione letterale è abbastanza chiara: dov’è il maggiore il minore decade, o più liberamente, come propone Treccani, ‘dove è presente chi ha maggiore autorità, cessa [il potere di] chi è inferiore‘. L’espressione si usa quindi in quei contesti dove si rispettano determinate gerarchie e la parte più debole (non solo in senso fisico) cede di fronte a quella più forte. Spieghiamolo meglio.
L’espressione latina di oggi, ubi maior minor cessat, è senza dubbio una delle più utilizzate: nel nostro linguaggio quotidiano, infatti, ci capita spesso di pronunciare antiche massime latine, che grazie alla loro forza espressiva rendono al meglio il nostro pensiero o chiariscono il contesto nel quale parliamo. Ma qual è l’origine, ed il significato preciso, di ubi maior minor cessat? quand’è che si usa questa espressione latina?
Come anticipato, l’origine della frase è piuttosto incerta: malgrado sia molto diffusa nell’Italiano corrente, è impossibile determinarne precisamente la fonte. Qualcuno sostiene che possa riferirsi all’autorità di due illustri personaggi della Storia, Catone il Censore e Catone l’Uticense, i quali, in momenti diversi, ebbero grande rilievo sulla scena politica dell’antica Roma. I due erano imparentati tra loro (il Censore era il bisnonno di Catone l’Uticense) e poiché entrambi portavano lo stesso nome – Marco Porcio Catone – per distinguerli si ricorse agli aggettivi Maior (per il primo) e Minor (per il secondo). Se la si riferisce ai due, la frase in questione sembra avvalorare una sorta di superiorità di Catone il Censore rispetto al pronipote, ma questa interpretazione, non già antica ma molto più recente, non sembra essere molto convincente: non vi è infatti alcuna fonte storica che documenti o giustifichi la superiorità del primo rispetto al secondo.
Un’altra tesi, invece, molto più credibile, colloca l’origine dell’espressione al formulario giuridico di matrice romana e, per analogia, a locuzioni come ubi societas, ibi ius (ovvero, ‘dove vi sia una società, lì domina il diritto’): un esempio tipico in questo caso, è l’applicazione di norme più generali, o gerarchicamente superiori, a scapito di regole d’importanza secondaria (ancora oggi una normativa di rango minor – quella comunale, ad esempio – cessat di fronte a quella di rango maior – quella statale).
Dal contesto giuridico d’origine, dunque, ubi maior minor cessat ha assunto significato e valore anche in ambito politico, filosofico, intellettuale e burocratico. Oggi la si usa per stabilire una gerarchia di valore, per legittimare un atteggiamento remissivo o per prendere atto, ad esempio in ambito sportivo, della superiorità del proprio avversario.
Ragionando sul senso di ubi maior minor cessat, e sul significato che ha assunto nel tempo, infine, risulta chiaro che nel linguaggio comune l’espressione è usata in vari contesti: generalmente indica il soccombere del più debole (dal punto di vista intellettuale, fisico, economico, di status o di potere) di fronte al più forte, ma per estensione la frase è usata anche per giustificare una scelta rispetto ad un’altra (ad esempio un bene maggiore invece che un bene minore) o quando si presenta una questione urgente per cui quella meno importante passa necessariamente in secondo piano.
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